C’era una volta, in un tempo lontano, un presidente del consiglio di nome Mario Draghi

Fuor di scherzo il 2022 è stato un anno talmente intenso e ricco di avvenimenti da un punto di vista politico che quest’anno non ci siamo accontentati di dedicare un solo videoblob alla politica nostrana. Non ci siamo accontentati nemmeno di farne due, ci siamo spinti oltre: siamo arrivati a tre.

Una prima parte dedicata ai primi mesi dell’anno con l’inizio del secondo mandato di Mattarella e la guerra in Ucraina.

Una seconda parte con le crisi dei partiti e la fine del governo Draghi.

La terza e ultima parte del racconto politico del 2022 ha una protagonista assoluta: Giorgia Meloni: è la leader di Fratelli d’Italia a capitalizzare i consensi per trionfare alle elezioni. Del resto ha avuto vita facile, con la Lega e Forza Italia ridotte ai minimi termini, il Pd totalmente inconsistente e il cosiddetto terzo polo più impegnato a tirare bordate verso sinistra non c’è stata molta partita. Dopo una campagna elettorale insolita, combattuta sotto il caldo sole d’agosto, è lei la prima donna premier della storia italiana. Nel suo discorso alle Camere promette di voler scardinare i pronostici, di voler continuare ad essere “underdog“, ma i primi atti del governo vanno esattamente nella direzione attesa. Pronti via, un rave nel modenese diventa il pretesto per una prova muscolare di cui in pochi sentivano l’esigenza: schieramenti di forze dell’ordine come non ci fosse un domani… poi il varo in fretta e furia di una norma anti-rave che genera più di qualche perplessità, per finire limata e smussata nelle settimane successive. Manco il tempo di spegnere la musica che il neonato governo ingaggia un braccio di ferro internazionale sulla questione dei migranti: oggetto del contendere i ricollocamenti delle persone salvate in mare dalle ong. Il governo con un provvedimento interministeriale nega lo sbarco di alcune decine di persone, dopo un lungo tira e molla la nave si dirige verso il porto di Tolosa, in Francia. La reazione del governo francese è durissima, annuncia la sospensione del meccanismo di ricollocamento. Fumo negli occhi? Nelle settimane successive le navi tornano a far sbarcare le persone in Italia. Dopo si entra nel vivo della manovra di bilancio, criticata non solo per l’attacco al reddito di cittadinanza.

La manovra è stata anche l’occasione per il governo Meloni di tentare l’assalto al denaro elettronico. Un pasticcio, quello della cancellazione dell’obbligo di accettare il Pos sotto i 60 euro, che è stato rimesso a posto dall’Europa. Alla fine la manovra, criticata da industriali, sindacati e Bankitalia con tutte le sue storture è stata mandata in approvazione con tempi contingentati e con la riduzione del dibattito parlamentare ai minimi termini.

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