“Che succederà ai percettori occupabili del reddito di cittadinanza nel 2023? Perderanno il reddito. Questo è. Tutto ha una fine“. Così il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan risponde alla conduttrice di “Omnibus” (La7), Gaia Tortora, sul destino che il governo Meloni riserverà ai percettori ‘occupabili’ del reddito di cittadinanza dall’agosto del 2023.
Malan sfodera tutti i topoi della propaganda anti-reddito di cittadinanza, come quello secondo cui chi lo riceve preferisce rifiutare lavori e restare a casa. Ma alle domande reiterate di Gaia Tortora sulla presenza o meno di un sostegno economico che rimpiazzi il reddito di cittadinanza, il senatore traccheggia: “Sembra che il reddito di cittadinanza sia una cosa che c’è da sempre e invece esiste da 4 anni. Ci sono altri strumenti di sostegno più mirati”.

“Come il Rei? Amplierete la platea?”, incalza la giornalista.
In 30 giorni non è stato possibile studiare i meccanismi, siamo al primo dicembre 2022″, risponde il parlamentare.
A provare imbarazzo per le risposte di Malan è persino il deputato di Italia Viva, Luigi Marattin, che sorride con una espressione sconcertata.
“Ci sono persone che oggi hanno un aiuto economico col reddito di cittadinanza – insiste Tortora – E lei ci sta dicendo che non lo avranno più. Finiranno senza nulla?”.
“Beh, è evidente – replica Malan – Se c’è una fine, una cosa non c’è più. In un mese non potevamo studiare uno strumento per il 2024. Sono state fatte le regole per il 2023″.

La conduttrice non cede: “Sì, ma non è bellissimo dire a delle persone: ‘Vi togliamo il reddito di cittadinanza. Amen'”
“Tutto finisce – ribadisce Malan – Prima il reddito di cittadinanza non c’era. Lo stesso spirito della norma, così come hanno voluto i 5 Stelle, era che fosse una norma transitoria. Il tempo è stato messo”.
Gaia Tortora ripete: “Sì, ma lei sta dicendo a una persona che riceve gli unici 500 euro per fare la spesa: ‘Carissimo, da domani non li avrai più. Chi se ne importa, amen'”.
Malan continua col suo mirror climbing: “Ci sono persone che lavorano prendendo 600-700 euro e perdono il lavoro. Allora noi dobbiamo introdurre delle misure che spingano le persone e i datori di lavoro a trovare un incontro“.
“Restano senza niente”, commenta la giornalista.

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