Il centrosinistra candida l’europarlamentare del Pd Pierfrancesco Majorino alla presidenza della Regione Lombardia contro Attilio Fontana e Letizia Moratti. La fumata bianca è arrivata dopo una riunione a cui hanno partecipato i rappresentanti della coalizione composta da Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, +Europa e Lombardi Civici Europeisti. “Onorato ed emozionato”, si è definito Majorino in un post sui social per confermare la sua candidatura. Una sfida che, è convinto, si può vincere: “A partire dalla giornata di domani incontrerò le forze del centrosinistra – spiega – per costruire insieme, e secondo le modalità condivise, la proposta più forte possibile per cambiare pagina in Regione. Possiamo battere la destra di Attilio Fontana e sono convinto che ce la metteremo tutta”.

Gli inizi e l’opposizione a Moratti – Milanese, 49 anni, Majorino ha militato nei movimenti studenteschi e si è iscritto ai Democratici di sinistra nel 1998. Ha lavorato con Livia Turco al ministero della Solidarietà e nel 2004, a 31 anni, diventa segretario dei Ds di Milano. Due anni più tardi è entrato in Consiglio comunale con l’Ulivo e per tre anni è statp il caporguppo a Palazzo Marino. Il capo dell’opposizione, quindi, mentre il sindaco era Letizia Moratti.

Assessore e poi Bruxelles – Dal 2011 ha ricoperto il ruolo di assessore alle Politiche sociali nella giunta di Giuliano Pisapia, in cui figurava all’Urbanistica Pierfrancesco Maran che negli scorsi giorni aveva avanzato la propria disponibilità a correre alle primarie per rompere lo stallo. Majorino ha guidato lo stesso assessorato, dopo aver sfidato Beppe Sala alle primarie del centrosinistra, nella prima giunta dell’ex manager di Expo. Giunta che ha lasciato nel 2019 dopo essere stato eletto all’Europarlamento con oltre 93mila preferenze. Sue tante battaglie per i diritti, inclusi quelli degli immigrati. Un impegno che nel marzo del 2019 lo ha portato a essere l’anima della manifestazione People-prima le persone che porta in corteo a Milano circa 200mila persone.

La fine della telenovela – Finisce così la telenovela delle ultime settimane, con Azione-Italia Viva che hanno deciso di candidare Moratti, fino a qualche giorno fa vice di Fontana, come sfidante dell’attuale presidente della Regione. E calendiani e renziani, sostenuti da diversi interventi di giornalisti come Ferruccio De Bortoli e di imprenditori come Carlo De Benedetti, hanno spinto su alcuni settori del Pd per far convergere il partito sulla figura dell’ex sindaca di Milano. Hanno ottenuto sempre un fermo no ad iniziare dalla dirigenza lombarda, pur arrivando aperture da esponenti della società civile come come il sociologo Nando Dalla Chiesa, punto di riferimento dell’antimafia a Milano.

Il segretario dem: “La coalizione è fatta” – Sinistra Italiana ha provato a rilanciare un allargamento sostenendo che è “giunto il momento di stringere il confronto programmatico, sul quale si era lavorato in comune accordo anche con il M5S fino a luglio, e definire la piattaforma”. Ma +Europa ha subito sottolineato di aver espresso il proprio appoggio pur ribadendo che la “partecipazione è riferita a una coalizione che, come oggi, non comprende i Cinque Stelle”. E la porta è stata chiusa anche dai dem regionali: “La coalizione è questa qua. Punto”, ha detto il segretario regionale Vinicio Peluffo spiegando che il prossimo step, a brevissimo, sarà un tavolo dell’eurodeputato con tutti i partiti che lo sosterranno. Adesso dovrà essere l’assemblea regionale del Pd a ratificare l’accordo, poiché lo statuto prevede le primarie che possono essere “aggirate” con l’ok sul nome di Majorino di due terzi dei partecipanti. Un via libera che appare scontato.

IL DISOBBEDIENTE

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