La Nato aumenta la propria presenza nei mari del Nord Europa e si appresta a svolgere un’esercitazione sulle proprie capacità nucleari. Visto ciò che è avvenuto col presunto sabotaggio ai gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 e la nuova escalation di violenza innescata dall’esplosione di un ponte di collegamento tra Crimea e Russia e i conseguenti raid a tappeto condotti da Mosca in diverse città ucraine, anche l’Alleanza fa le sue mosse. E ad annunciarle è proprio il segretario generale Jens Stoltenberg: “A seguito del sabotaggio degli oleodotti Nord Stream abbiamo ulteriormente rafforzato la nostra vigilanza in tutti i domini. Abbiamo raddoppiato la nostra presenza nel Mar Baltico e nel Mare del Nord a oltre 30 navi supportate da velivoli da pattugliamento marittimo e capacità sottomarine”, ha detto prima di aggiungere che la settimana prossima la Nato condurrà una esercitazione delle sue forze nucleari, pur precisando che questa era stata pianificata ben prima che scoppiasse la guerra e che cancellarla adesso lancerebbe un messaggio sbagliato a Mosca.

Se l’esercitazione era già stata programmata, la Nato continua comunque a mantenere alta l’attenzione sulle mosse militari del Cremlino, in particolar modo a ogni segnale che possa suggerire la volontà di Vladimir Putin di ricorrere all’arma nucleare: “Le minacce nucleari sono pericolose e irresponsabili – ha aggiunto Stoltenberg – La Russia sa che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta. Stiamo monitorando da vicino le forze nucleari russe. Non stiamo vedendo alcun cambiamento nella postura della Russia, ma rimaniamo vigili“. Vigili e fedeli alla causa di Kiev, tanto che il segretario generale esplicita la necessità di un aumento della produzione di armamenti Nato “per garantire la deterrenza e la difesa degli alleati, ma anche per averne abbastanza per continuare a fornire supporto all’Ucraina”.

Stoltenberg commenta poi i recenti attacchi sferrati dalla Russia in territorio ucraino, sostenendo che non debbano essere letti come un atto di forza da parte del presidente Putin: “Sta fallendo – ha detto – Le sue tentate annessioni, la mobilitazione parziale e la sconsiderata retorica nucleare rappresentano l’escalation più significativa dall’inizio della guerra e mostrano che questa guerra non sta andando come aveva previsto”. E ha poi messo in guardia Mosca e i suoi alleati sulla possibilità di attacchi alle infrastrutture di Paesi Nato: “Ogni attacco alle infrastrutture critiche di un alleato sarà bilanciato da una risposta unita di tutta l’Alleanza“.

Un timore, questo, che nasce dalla consapevolezza del Patto Atlantico di ricoprire un ruolo fondamentale nel conflitto, pur non essendone parte attiva: “La Nato non è parte del conflitto, ma il nostro sostegno sta giocando un ruolo chiave – ha concluso – Siamo uniti nel sostegno alla sovranità e all’autodifesa dell’Ucraina. Insieme affronteremo i bisogni urgenti dell’Ucraina. Accolgo con favore i recenti annunci degli alleati di fornire sistemi di difesa aerea più avanzati e altre capacità. Il nostro messaggio è chiaro, la Nato sarà con l’Ucraina per tutto il tempo necessario”.

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