Non “mostri”“populisti” ma “realisti” e questo “la gente lo capisce”. Alla kermesse di Vox, il partito di destra spagnolo, Giorgia Meloni torna a parlare in attesa di ricevere l’incarico dal Colle per formare il nuovo governo. E di fronte a una platea internazionale e conservatrice, la leader di Fratelli d’Italia parla al ‘suo’ pubblico mettendo al centro del suo intervento – gli altri ospiti sono stati Viktor Orban e Donald Trump – gli errori dell’Europa e la ‘via’ da seguire per “controllare il proprio destino”. Dopo aver esaltato “l’Europa dei patrioti”, Meloni ha iniziato la sua dissertazione sulle politiche comunitarie: “Dagli alimenti alle materie prime ci siamo riscoperti deboli: quando noi conservatori denunciammo gli errori di un’Europa che si occupava di problemi secondari invece dei grandi temi strategici non lo facevamo perché populisti o nemici dell’Europa ma perché eravamo lucidi e la storia ci ha dato ragione”, ha affermato la leader di Fdi.

Quindi la strada: “Ora più che mai abbiamo il compito di fare in modo che l’Europa sia capace di recuperare il controllo del suo destino, di riprendere il suo ruolo strategico, compresa la capacità di riflettere sulle sue fonti di rifornimento”, ha sottolineato. Un po’ di esempi sui compagni di viaggio: “Nei prossimi giorni trasformeremo queste idee in politiche concrete di governo come già stanno facendo i nostri amici della Repubblica Ceca, Polonia, come spero presto faranno i nostri amici svedesi, come continueranno a fare i nostri amici lettoni, e come spero che accada entro il prossimo anno a Vox”, ha chiarito la futura presidente del Consiglio.

In termini pratici, la ricetta di Meloni ruota attorno alle “reti di rifornimento” che “abbiamo bisogno di rivedere” a cominciare dalle “reti nazionali dove è possibile, reti europee dove non fosse possibile avere quelle nazionali, friend shoring cioè con paesi alleati, quando non fosse possibile avere quelle europee, e near shoring quando non è possibile avere quelle con gli alleati”. Con una pietra angolare: “Dobbiamo tornare a controllare quello di cui abbiamo bisogno per vivere e contare”, ha affermato. La transizione ecologica, ha aggiunto, va perseguita ma “senza distruggere” il tessuto produttivo europeo e ha chiesto un’Europa che non “si leghi mani e piedi alla Cina”. Quindi sulle migrazioni: “Accogliere chi viene per lavorare e difendere con forza i suoi confini esterni dall’immigrazione illegale”. E ancora: investire sulla natività e difendere la libertà scolastica e il ruolo sociale della famiglia.

Sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e sulla conseguente crisi energetica, Meloni ha parlato di “inaccettabile tentativo di Putin di annettere nuove regioni” e ha parlato del caro bollette come di un fenomeno che “deve finire immediatamente”, auspicando “una soluzione comune e duratura” a livello europeo sul tetto al prezzo del gas “contro la speculazione sulla pelle dei cittadini”. L’Europa, è stato il suo monito, “dimostri di essere capace della solidarietà tanto annunciata negli ultimi anni invece di soccombere a quelli che pensano che possono farlo da soli, sacrificando il destino di tutti gli altri”.

In Europa, ha detto ancora, c’è “una maggioranza di cittadini che non si riconosce nelle utopie e nelle ideologie della sinistra e che ci chiede che ci assumiamo la responsabilità di lavorare”. “Non potremo farlo da soli, avremo bisogno di compagni di viaggio leali e affidabili, che – ha concluso – smettano per una volta buona di fare l’occhiolino alla sinistra e invece ci aiutino a organizzare l’alternativa alla sinistra”.

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Sarebbe ora che il Pd imparasse a sbagliare da solo

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Il video-messaggio di Meloni al raduno di Vox: “Non siamo mostri, viva l’Europa dei patrioti. L’Ue sia pragmatica e non si leghi alla Cina”

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