L’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari ha fatto esplodere il costo della vita nei Paesi avanzati. Colpendo pesantemente soprattutto chi ha redditi più bassi e già di norma spende una quota notevole dei propri guadagni per i beni di prima necessità. Del resto non si vede alcun segno del circolo vizioso tra aumento dei prezzi e dei salari paventato dalle banche centrali. L’analisi arriva dall’Ocse, che nel nuovo report Prospettive dell’occupazione 2022 sottolinea: “I cambiamenti strutturali avvenuti nei mercati del lavoro negli ultimi decenni – rimozione dell’indicizzazione e aumento del potere di mercato dei datori di lavoro – comportano meno pressione al rialzo sui salari. Questo ha lasciato i gruppi a basso reddito più esposti a cali dei salari reali“. Tra i Paesi in cui la diminuzione del potere d’acquisto è più pronunciata c’è l’Italia: “L‘Ocse prevede che i salari reali scenderanno del 3% in Italia nel corso del 2022, un dato più alto di quello relativo alla media dei paesi dell’area Ocse, pari al 2,3%”.

“E’ essenziale sostenere i salari reali per i lavoratori sottopagati”, si legge nella nota di commento dell’Ocse. “I governi dovrebbero considerare modi per adeguare i salari minimi legali, al fine di mantenere un potere d’acquisto effettivo per i lavoratori a bassa retribuzione. Trasferimenti sociali mirati e temporanei alle persone più colpite dall’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari aiuterebbero anche a sostenere il tenore di vita dei più vulnerabili”. Il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann, ha rimarcato che “la fiammata dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia ha conseguenze devastanti, in particolare, per i nuclei famigliari modesti. Malgrado notevole penuria di manodopera, la crescita dei salari reali non compensa l’attuale spinta inflazionistica. In questo contesto le autorità pubbliche dovrebbero adottare misure di sostegno mirate”. Per Cormann, “questo consentirebbe di aiutare le famiglie e le imprese più bisognose, contenendo gli effetti dell’inflazione nonché il costo di tali interventi”.

I mercati del lavoro dei Paesi Ocse sono ripartiti “con vigore dopo la pandemia da Covid-19, ma le prospettive mondiali sull’occupazione sono oggi molto incerte”: è l’avvertimento lanciato dall’Ocse, che ricorda come “la guerra di aggressione condotta dalla Russia contro l’Ucraina pesa sulla crescita mondiale e alimenta l’inflazione, con conseguenze negative sugli investimenti delle aziende e sui consumi privati”. Secondo l’Employment Outlook 2022, “la crescita dell’occupazione potrebbe presto rallentare, mentre i forti aumenti dei prezzi dell’energia e dei prodotti di base hanno scatenato una crisi legata al costo della vita“.

In Italia l’impatto del Covid sul mercato del lavoro è stato attutito dall’uso estensivo della cassa integrazione. Il mercato del lavoro ha continuato a migliorare nei primi mesi del 2022, e il tasso di disoccupazione è calato al 7,9% a luglio 2022, in ogni caso ben al di sopra della media Ocse del 4,9%. A giugno 2022, il tasso di occupazione si attestava al 60,1%, pari a 1,1 punti percentuali in più rispetto a dicembre 2019. L’aumento occupazionale è stato maggiore per gli uomini (+1,2%, a 69,1%) che per le donne (+0,9%, a 51%). Per quanto riguarda il tasso di posti vacanti, l’Italia ha raggiunto livelli record nella seconda metà del 2021, stabilizzandosi attorno a 1,9 nel primo trimestre del 2022. Particolarmente pronunciato nel settore alimentare e dell’ospitalità, dove ha raggiunto il 3% nel primo trimestre del 2022. Nonostante il lavoro del mercato del lavoro più rigido, la crescita del salario nominale rimane debole in Italia.

Articolo Precedente

Caro bollette, si ferma Acciaierie di Sicilia: stop di due settimane per i costi. I sindacati: “Preoccupati, rischio dramma occupazionale”

next
Articolo Successivo

Caro energia, l’allarme degli industriali di Varese: “Siamo sull’orlo del baratro, è più conveniente fermarsi che produrre”

next