La Porsche AG va in Borsa. Il comunicato è stato diffuso ieri sera, dopo le 23, in seguito al via libera da parte del Consiglio di Sorveglianza della proprietà, il gruppo tedesco Volkswagen AG. La quotazione riguarda fino al 25% delle azioni privilegiate, che sono senza diritti di voto, pari al 12,5% del capitale. In vista della quotazione il “patrimonio” era stato equamente diviso fra titoli ordinari e non. Le azioni verranno offerte in Germania e potranno venire acquistate anche in Austria, Francia, Spagna, Svizzera e Italia.

Le stime degli analisti sul valore di mercato della casa di Zuffenhausen, controllata attualmente al 100% dal gruppo, oscillano tra i 60 e gli 85 miliardi di euro. Il collocamento potrebbe pertanto fruttare fra i 7,5 e i 10,6 miliardi di euro. “Crediamo che la quotazione apra nuovo capitolo, con più indipendenza, per uno dei costruttori di auto sportive di maggior successo al mondo”, ha commentato Oliver Blume in qualità di numero di Porsche AG, anche se dal primo settembre è pure amminisratore delegato del gruppo. “Avremo la possibilità di continuare a sviluppare con successo la nostra strategia”, ha aggiunto.

Per stuzzicare i potenziali investitori – fra i quali ci sarebbe anche il Fondo sovrano del Qatar, che ha già il 14,6% del capitale di Volkswagen AG – nelle scorse settimane Porsche aveva illustrato non solo i risultati dei primi sei mesi dell’anno, ma anche anticipato gli ambiziosi obiettivi per il futuro, come la conversione all’elettrone: entro il 2030 otto auto su dieci commercializzate avranno la trazione puramente elettrica. Ma, soprattutto, come il 20% di margini sulle vendite, che nel 2022 dovrebbe oscillare fra il 17 e il 18% su un fatturato che potrebbe raggiungere i 39 miliardi.

Anche se i mercati sono “nervosi” per via della difficile situazione geopolitica globale, a quanto pare ci sono investitori disposti a iniettare liquidità nel costruttore premium tedesco dopo aver alleggerito posizioni su altri fronti.

Con la quotazione cambierebbe anche la struttura azionaria della Porsche AG. A parte il 12,5% di capitale flottante, la casa di Zuffenhausen finirebbe sotto il controllo più diretto delle dinastie Piech e Porsche. La finanziaria delle due famiglie, la Porsche SE che controlla la Volkswagen AG attraverso il 53,1% dei diritti di voto, acquisirà un quarto delle azioni ordinarie più una (12,5% del capitale), ossia quanto basta per garantirsi il potere di veto, mentre la Volkswagen AG avrà il 75% meno una azione.

I primi titoli potrebbero venire già scambiati al DAX di Francoforte tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre. In caso di successo del collocamento, per dicembre è prevista un’assemblea straordinaria di gruppo con la liquidazione di un dividendo extra pari al 49% dell’incasso. Con il 31,3% del capitale, la finanziaria Porsche SE sarebbe il principale beneficiario dell’operazione che premierebbe anche 130.000 lavoratori della Volkswagen AG, inclusi i 10.000 della controllata VW Sachsen GmbH, cui andrebbe un bonus di 2.000 euro.

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