Poco prima delle celebrazioni per il cinquantenario dell’attentato alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 5 settembre 1972 il governo tedesco ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei parenti degli atleti israeliani. Complessivamente 28 milioni di euro: 22,5 a carico dello Stato federale, 5 del Land Baviera e 500 mila euro dalla città di Monaco. Il portavoce del Governo Steffen Hebestreit ha parlato non solo di riconoscimento finanziario, ma anche di assunzione di responsabilità politica durante la cerimonia di commemorazione e della disamina dei fatti a cura di una commissione storica congiunta israelo-tedesca, così come della desecretazione di documenti.

L’attentato da parte del gruppo terroristico “Settembre nero” – una sigla in eco ad un massacro in effetti perpetrato dai giordani – maturò dalla collaborazione tra il “Fatah” di Yasser Arafat ed il “Fronte democratico per la liberazione della Palestina” (DFLP), gli estremisti della RAF ed elementi neonazisti. Chiesero la liberazione di 233 detenuti palestinesi, un terrorista giapponese e i membri della RAF, Ulrike Meinhof ed Andreas Baader. Il fallimento delle trattative e del blitz per liberare gli ostaggi all’aeroporto di Fustenfeldbruck furono l’esito di una débâcle collettiva del Governo e dei servizi segreti tedeschi, del Comitato Olimpico internazionale, del Land Baviera e delle forze di sicurezza. Tutto il mondo vide i poliziotti in tute da ginnastica teletrasmessi mentre avrebbero dovuto irrompere di sorpresa nel villaggio olimpico. Due atleti israeliani furono subito uccisi dai terroristi asserragliati nel villaggio olimpico. Altri nove atleti, un poliziotto, e cinque degli otto terroristi, fu invece il bilancio finale dei morti sulla pista dell’aeroporto, oltre a diversi feriti gravi. La tragedia fu anche espressione di una collaborazione indicibile del ricattabile Governo di Willy Brandt con la terroristica “Organizzazione per la liberazione della Palestina” (OLP), osserva Louis Lewitan sulla Jüdische Allgemeine. Per sollevare le ombre saranno dunque importanti l’analisi storica e la divulgazione dei documenti.

Ankie Spitzer, vedova dell’allenatore della squadra di scherma André Spitzer, che ha fatto da portavoce per le famiglie degli atleti israeliani trucidati, ha dichiarato “sono felice che i figli degli sportivi uccisi non debbano proseguire la nostra battaglia e possano semplicemente vivere la loro vita. Hanno sofferto abbastanza a lungo per le circostanze ed il modo in cui sono morti i loro padri”.

Il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier e quello israeliano Isaac Herzog hanno salutato la definizione del compromesso in un comunicato congiunto. Parteciperanno insieme lunedì ad una cerimonia all’aeroporto di Fustenfeldbruck, con la presenza della ministra degli Interni Nancy Faeser, che in un tweet sottolinea “ora è possibile una degna celebrazione in cui sia al centro il destino delle vittime”, e del governatore del Land Baviera Markus Söder. Attese anche Ankie Spitzer e la figlia Anouk. Herzog sarà in visita ufficiale in Germania per tre giorni, dove incontrerà anche il Cancelliere Scholz e terrà un discorso al Bundestag. Visiterà anche l’ex lager di Bergen-Belsen in occasione delle celebrazioni per la liberazione, in cui il padre entrò con le truppe inglesi.

L’incaricato federale per l’antisemitismo Felix Klein ha commentato favorevolmente ai giornali del gruppo Funke: “L’accordo raggiunto a mio parere rafforzerà e consoliderà a diversi livelli le relazioni tedesco-israeliane”. Per contro il suo omologo del Land Baviera Ludwig Spaenle (CSU) ha criticato come “vergognoso” il comportamento tenuto a lungo con i superstiti ed in un’intervista a Bayern 2 ha sottolineato come “Città, Land e Stato federale abbiano provato per decenni di rimuovere il tema”.

Nel 1972 e nel 2002 la Germania aveva già versato come gesto umanitario circa 4,6 milioni di euro, cui si aggiunse quasi mezzo milione da parte del Comitato Olimpico Internazionale ed offerte fatte alla Croce Rossa. Nel 1994 i familiari delle vittime chiesero giudizialmente 40 milioni di marchi tedeschi (circa 20,45 milioni di euro) motivando la domanda con gli errori marchiani occorsi nell’intervento della polizia, ma l’azione venne respinta per prescrizione. Per anni nel villaggio olimpico rimase solo una meridiana con un’incisione a ricordo dell’attentato. Solo nel 2017 è stato costituito un piccolo memoriale con informazioni multimediali sugli atleti che fu inaugurato il 6 settembre dai Presidenti israeliano e tedesco, Rivlin e Steinmeier. Gli olimpionici israeliani nel 1972 avevano visitato il lager di Dachau e deposto una corona in memoria degli internati uccisi, cinque giorni dopo erano morti anche loro.

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