Un naso rosso, capelli fluo e una vecchia Fiat 128 con un bagagliaio carico dei sorrisi e della gioia distribuita durante un’avventura di 16mila chilometri. Missione compiuta: Lele, Ste e Vale, i tre clown-dottori protagonisti del “Becco to the Borders” sono rientrati a casa dopo avere attraversato 19 Paesi, seguendo quei bordi disegnati dalle guerre, incontrando i profughi e gli orfani e regalando loro tanti sorrisi e momenti di felicità.

Durante l’anno con l’Associazione Veronica Sacchi ODV, insieme agli altri volontari, impegnano il loro tempo libero nelle corsie degli ospedali e delle case di riposo di Milano e Lecco. D’estate l’Associazione organizza le “Missioni del sorriso”. Prima dell’inizio della pandemia di Covid i volontari hanno portato i loro spettacoli in centri per bambini in difficoltà nel mondo: dall’Albania al Congo, passando per Brasile. Poi però sono stati costretti a bloccare i progetti per ripartire solo questa estate con “Becco to the Borders”. Spedendo i tre tre Clown-Dottori l’associazione Veronica Sacchi ha voluto cingere in un abbraccio virtuale i Paesi che confinano con Ucraina e Russia, dai Balcani alla Grecia, dalla Turchia alla Bulgaria e poi su fino a Capo Nord. Un viaggio intervallato da numerose soste in case famiglia, centri di accoglienza e campi profughi. Insieme a loro il fedelissimo naso rosso per toccare il cuore delle persone e donare loro la spensieratezza di un sorriso.

“Speriamo che questa avventura che non ha nulla di straordinario, giusto un pizzico di magia, possa essere una scintilla, soprattutto per i giovani, per capire che tutto è possibile”, hanno scritto – giunti a Capo Nord – Lele, Ste e Vale in quel diario di bordo sulla pagina Facebook dell’avventura dove hanno aggiornato, tappa per tappa, il resto del gruppo e i sostenitori. Tra foto di orsi e delle mongolfiere in Cappadocia i clown-dottori hanno raccontato esperienze e sensazioni. Come quelle provate nei villaggi S.O.S. Childrens di Bucarest e Cisnadie: “Il clown show diverte e crea subito una magica sintonia coi bimbi orfani e con difficoltà famigliari che assieme ai rifugiati ucraini abitano i villaggi”, scrivono. “Un po’ di giocoleria, qualche gioco inventato sul momento, un pizzico di acrobatica, il desiderio di comunicare anche senza una lingua comune… anche se siamo passati solo per un istante nelle vite di questi piccoli grandi esseri umani, ci fanno capire che il nostro ricordo resterà con loro per lungo tempo”. Un’esperienza carica di emozioni anche per gli stessi protagonisti: “Ci piace pensare di essere riusciti a cambiare, anche se di pochissimo, la loro vita. Incontrarli sicuramente ha cambiato la nostra”, raccontano.

I 50 giorni di viaggio sono iniziati il 16 luglio da Lecco con non poche difficoltà: la veterana compagna di viaggio (la loro Fiat 128) ha avuto dei problemi alla frizione. Ma Valerio Carbonara, Stefano Maddalon ed Emanuele Panzeri non si sono persi d’animo e sono riusciti a portare avanti e completare la loro avventura. Un viaggio che ha avuto come scopo anche quello di ricordare a tutti l’importanza della clown terapia e il potere del sorriso di alleviare l’ansia, la capacità di una fragorosa risata di esorcizzare la paura. Ma anche per incentivare la raccolta fondi per l’Associazione e per i suoi numerosi progetti in Lombardia durante tutti i mesi dell’anno.

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