“Il rifiuto dei Paesi Nato e dell’Ucraina di riconoscere la Crimea come territorio russo costituisce una minaccia sistemica per Mosca, che potrebbe portare fino ad uno scontro diretto“. Così Dmitry Medvedev, ex presidente russo e attuale vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, durante un incontro a Volgograd con i veterani della Grande Guerra Patriottica, come chiamano i russi la Seconda Guerra Mondiale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intende “continuare la campagna fino all’ultimo ucraino” e Medvedev commenta così le sue parole: “Questo nonostante stiano cercando di reagire – ha affermato – e alcuni esaltati pagliacci sanguinari che di tanto in tanto spuntano lì con alcune dichiarazioni stiano anche cercando di minacciarci, ad esempio con l’attacco alla Crimea e così via”. Il vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa nonchè braccio destro del presidente russo Vladimir Putin, Dmitry Medvedev, ha avvertito che, “qualora si realizzassero le minacce di un attacco alla Crimea da parte di Kiev, allora per tutti arriverà subito un “giorno del giudizio”, e subirebbe una risposta da fine del mondo, immediata, che non potrebbe in alcun modo evitare”. Medveded ancora una volta lancia strali contro Zelensky e contro chi, a suo dire, minaccia la sicurezza nazionale della Russia, e cerca di spaventare chiunque si rifiuti di riconoscere la Crimea come territorio parte integrante della Federazione russa, paventando “uno scontro diretto”. Kiev risponde alle minacce con le parole di Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino che definisce Medvedev “Una piccola persona dimenticata dalla Storia che cerca di mostrarsi seria e minacciosa, ma che in realtà suscita solo pietà”. E aggiunge in un post su Twitter, “è il ritratto della Russia moderna”.

L’ex presidente russo non è nuovo ad affermazioni di questo genere. Solo qualche giorno fa, infatti, commentando la crisi politica italiana, l’ex presidente russo aveva postato sul suo canale Telegram una foto del premier italiano Mario Draghi e dell’uscente inglese Boris Johnson, con accanto una sagoma nera con un enorme punto interrogativo. La domanda sottotesa era: “chi sarà il prossimo leader europeo a lasciare l’incarico”? Il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, ha commentato con una nota l’accaduto, affermando che “il partito di Conte ha causato la crisi dell’Italia, mi piange il cuore nel vedere che a Mosca si festeggia”. Le nuove minacce di Medveded all’Ucraina e alla comunità internazionale, vengono lanciate nel 144esimo giorno di guerra, mentre continua l’avanzata russa nel Donbass e, secondo un ufficiale ucraino, Mosca starebbe preparando una nuova offensiva. Nel frattempo, Zelensky dichiara di aver riconquistato alcune aree occupate dai russi e di voler continuare a combattere.

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