Location da cartolina: mare di bosco, frescura che ti accarezza, casina di caccia borbonica ora feudo di Generoso e Roberto di Meo, produttori di vino, i più prelibati. La mia prima degustazione di vino, dal nome già evocativo “Viaggiare nel Tempo…” è un po’ come fare l’amore con i sapori. Davanti a me, cinque calici mi osservano, occhieggiano, comincia il gioco di seduzione. E’ come scegliere il partner perfetto, non è facile. Il sommelier mi suggerisce un Docg Riserva (ah, come vorrei che il d’origine controllato e garantito fosse riconvertibile anche per un lui). Servito ovviamente alla giusta temperatura. Il calice è riempito di solo due dita di linfa vellutata. Prima lo annuso. Pausa. Assaggio. Centellino. “Il Greco è come una bella donna che resiste al tempo…”, la voce profonda da connaiseur è di Luciano Pignataro, un’autorità in materia. C’è una nota di zolfo che lo rende unico, corposo, sexy, direi. Il sapore resta al centro del palato. E’ del 2008, ottima annata, aggiunge Roberto di Meo. E chi scrive se ne intende un po’. Era lo stesso anno che davo alle stampe il mio self help: “Bella e d’annata. Manuale di sopravvivenza per ragazze anta…” Come il vino con il tempo diventiamo più seducenti.

I miei compagni di condivisione piacere sono da costellazione di stelle Michelin. La mia vicina più vicina è Iolanda MariaIrene, della Antica Osteria Nonna Rosa di Vico Equenze. Lei, da vera intenditrice annusa e si bagna solo le labbra. Ultimo giro, amoreggio top del top il Fiano di Avellino, Docg Riserva Erminia 2000. E’ l’anno del Millennio, è dedicato alla memoria della adoratissima sorella, è stata il motore dell’azienda che è diventata un’eccellenza made in Sud. Un vino complesso, vulcanico, performance (proprio come deve essere un amante)-mi dicono- che in 22 anni ha mantenuto la sua capacità evolutiva senza stonature. Un nettare così pregiato, una volta in bocca non lo sputo mica – come si farebbe alle degustazioni . A questo punto entra in campo il “pairing”, abbinamento con piatti strutturati, importanti. Il menù spazia dalla pizza /focaccia sfornata dal master pizzaiolo Salvatore Lioniello aiutato dal figlio dodicenne. Il più giovane pizzaiolo d’Italia, le famose frittate al limone di Mirco Balzano, formaggi Barlotto da Paestum e le delizie della patisserie Pansa d’Amalfi. Altre eccellenze a chilometro zero.

Si cambia scenario. Gli avvocati agronomi Giuseppe e Nicole Nardiello nella contrada rinomata per essere la Bocca del Dragone, nome dal respiro mitologico, hanno ricavato da un vecchio rudere in pietra antica un agriturismo, tra magnolie, quercia e castagni si mangiano solo verdure dell’orto che flirtano con l’Aglianico, rosso intenso di Meo. Perché se l’acqua serve a idratare il corpo il vino dà da bere all’anima.

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