“Se vai in giro vestita in questo modo te la cerchi”. Sono queste le parole che hanno spinto Martina Evatore, 20enne originaria di Padova, a sfilare con gli abiti che indossava la sera in cui ha rischiato di essere violentata. L’episodio risale al 2019, quando la ragazza era ancora minorenne e un uomo aveva cercato di aggredirla per la strada. Così, in occasione del concorso Miss Venice Beach a Jesolo, Evatore si è presentata con i pantaloni larghi, le scarpe sportive, una t-shirt nera e una giacca con fantasia militare.

Mentre le altre concorrenti del concorso presentavano alla giuria una prova di canto o di ballo, Evatore ha preso in mano il microfono per lanciare un messaggio: “Non è l’abbigliamento che istiga alla violenza“. Ha scagliato in questo modo un attacco agli stereotipi e ha protestato contro il fatto che le donne non si sentano libere di vestirsi come vogliono. Evatore, grazie alla preparazione acquisita durante un corso di difesa personale, era riuscita a fuggire dalle grinfie dell’uomo che la stava molestando, ma molte volte l’esito di questi avvenimenti è diverso. Quell’uomo non è mai stato trovato, ma Evatore ricorda bene che cosa indossava quella sera. Così, la frase pronunciata dall’amica, è stata l’occasione per la giovane di lanciare un messaggio a chiunque cerchi di demonizzare l’abbigliamento delle donne che subiscono violenza. “Noi siamo le vittime” ha sottolineato la 20enne.

Evatore non sapeva come il pubblico avrebbe accolto la sua provocazione, ma alla fine è stata accompagnata da uno scrosciante applauso: “Mi sono espressa nel modo più naturale e serio possibile perché il mio messaggio non perdesse valore” ha spiegato.

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