Rinnegare o rivendicare il passato. E’ un filone molto attuale per i grandi campioni: e se Buffon nei giorni scorsi ha parlato dell’episodio con l’arbitro Oliver in Real Madrid-Juventus senza grosso pentimento, all’inverso Zinedine Zidane a 16 anni di distanza ha ammesso che la testata a Materazzi fu un errore. Il fuoriclasse francese in un’intervista a Telefoot ha ricordato quella finale e in particolare l’episodio che l’ha portato all’espulsione ammettendo: “Non sono per niente fiero di quello che ho fatto, ma fa parte del mio percorso”. Mentre sul rigore a cucchiaio che portò in vantaggio la Francia Zidane ha spiegato: “Dovevo inventarmi qualcosa: davanti avevo un portiere che mi conosceva perfettamente. Ho pensato che eravamo all’inizio della partita e che in fondo c’era ancora tempo: ma non credo sia stata una follia, è stato un gesto molto tecnico, questo sì”. Quel mondiale Zidane poi lo perse, ma la Coppa l’aveva già alzata nel 1998: “Favoloso vivere quei momenti con la propria famiglia, gli amici e nel proprio paese”. Quanto ai gesti tecnici poi c’è il gol segnato in finale di Champions nel 2002 contro il Leverkusen: “Il più bello? Non lo so, ma di sicuro il più importante, fino a quel momento avevo vinto tutto e mancava solo la Champions”. Sul futuro, visto che ora è senza squadra: “La fiamma è ancora accesa. Il calcio è la mia passione, quello che amo”.

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