“In quasi settant’anni di vita non avrei mai pensato di sentire parlare di razionamento dell’acqua da queste parti. Quando vedevamo situazioni del genere al sud rimanevamo basiti ma adesso le stiamo vivendo qui. Il problema è che quest’inverno non ha mai nevicato e non ci sono riserve idriche”. Tiziano è uno degli storici ristoratori di Feriolo, una frazione del comune di Baveno, sulla sponda piemontese del lago Maggiore. La spiaggia dove oggi prendono il sole i turisti tedeschi e svizzeri l’anno scorso quasi non si vedeva. Il lago Maggiore non è mai stato così basso a giugno negli ultimi 80 anni, si legge nei bollettini delle Arpa regionali. E il Consorzio Acqua Novara Vco ha inserito sei comuni della provincia in zona rossa per emergenza idrica. Che cosa significa? “L’utilizzo di autobotti, l’emanazione di ordinanze di razionamento notturno o di limite agli sprechi dell’acqua potabile – spiega il sindaco di Piedimulera e presidente della provincia di Verbania Alessandro Lana – e nei casi estremi anche l’ordinanza di bollitura dell’acqua perché continuare ad aprire e chiudere può portare a scorie o sporcizie”.

Nella provincia di Verbania e nella pianura novarese, da febbraio ad oggi sono stati effettuati oltre mille interventi con le autobotti. Mentre in altri paesi come Baveno l’amministrazione ha emesso un’ordinanza vietando “l’uso di acqua potabile per il riempimento di piscine o innaffiamento di orti e giardini”. Ma se la pioggia non arriverà nel futuro immediato “potrebbe esserci il blocco notturno dell’acqua” come spiega l’assessore del comune di Baveno Massimo Tamburini. Una chiusura notturna che invece è stata già attuata in alcuni casi a San Bernardino e che potrebbe estendersi ad altri comuni. “La situazione ci preoccupa – commenta Tiziano, il ristoratore di Feriolo – se dovessero razionarci l’acqua per la ristorazione, per il paese e per i campeggi diventerebbe una situazione poco sostenibile. Si spera di non arrivare a quella situazione ma è anche vero che più il lago si abbassa, più le falde vanno a rischio e sarà un grosso problema”.

In queste zone non piove per davvero da oltre cento giorni e gli effetti della siccità sono diventati concreti. “Dobbiamo essere consapevoli che i gravi effetti dei cambiamenti climatici iniziano ad avere un impatto significativo e purtroppo sono diventate una costante e non più un’emergenza temporanea – sottolinea Massimiliano Caligara, presidente del circolo territoriale di Legambiente “Gli Amici del Lago” – riteniamo che è ormai indispensabile un significativo cambio di mentalità da parte di tutti e sono necessari interventi strutturali e iniziative concrete di resilienza, per cercare di mitigare, per quanto sarà ancora possibile, queste gravi criticità”.

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