Come per la Nazionale italiana di calcio, tornata in Inghilterra per affrontare di nuovo i padroni di casa a 11 mesi dalla vittoria degli Europei, così la Nazionale di nuoto dovrà tornare ad affrontare il mondo a dieci mesi di distanza da Tokyo, nella cornice dei Mondiali di nuoto che si terranno dal 18 giugno al 3 luglio a Budapest. La pandemia ha accorciato i tempi per le competizioni, rendendole frenetiche – dopo i Mondiali ci saranno anche Giochi del Mediterraneo, Universiadi e gli Europei di Roma – e poi l’invasione dell’Ucraina ha eliminato dal lotto delle pretendenti la Russia, una delle potenze maggiori soprattutto in ambito maschile. Queste condizioni hanno un impatto sulla squadra azzurra che arriva all’appuntamento da quarta classificata per numero di medaglie conquistate all’Olimpiade di Tokyo e o con atleti che proprio in Giappone hanno assaporato per la prima volta la manifestazione olimpica e hanno poi fin da subito dimostrato che quell’evento gli ha dato l’esperienza giusta per poter vincere.

Sarà il primo Mondiale senza Federica Pellegrini da Montreal 2005 e così il faro della nostra spedizione, nonché l’uomo su cui tutti i riflettori saranno puntati fin da subito, diventa Gregorio Paltrinieri. Gareggerà solo nei 1500 sl, per tenersi energie in vista di quello che è riuscito a fare solo parzialmente a Tokyo per colpa della mononucleosi che lo ha debilitato proprio nel periodo di preparazione olimpica. Vuole vincere ori in vasca e in acque libere, continuando a salire nelle gerarchie della storia del nuoto azzurro e timbrando il cartellino anche a Parigi 2024. Insieme a lui due ragazzi giovani ma già di livello eccelso: Alessandro Miressi e Thomas Ceccon.

Il primo vuole vincere la gara regina, i 100 sl, e ha due motivi in più per poterlo fare: mancheranno sia l’australiano Kyle Chalmers che il russo Kliment Kolesnikov, argento e bronzo olimpico in carica. Certo, anche così vincere i 100 sl non è facile, prima di tutto perché a essere presente è l’oro olimpico, Caleb Dressel, insieme a due atleti in grande crescita cronometrica, il sudcoreano Hwang Sun-woo e il francese Maxime Grousset. Anche Ceccon vuole stupire in Ungheria: è forse il nuotatore più bello da vedere nella spedizione e avrà un impegno relativo rispetto alla sfacchinata di Tokyo, dovendo scendere in vasca solo nella gara che vuole iniziare a dominare da questo momento in poi, i 100 dorso. A completare il quartetto di moschettieri azzurri, Nicolò Martinenghi, che competerà nei 50 e 100 rana e non vedrà nella corsia di fianco Adam Peaty, costretto al forfait. Se sarà in forma, può essere la copertina azzurra di questi Mondiali.

Se tra gli uomini questi quattro sfideranno i grandi, ma con loro ci sarà anche una squadra di altissimo livello (attenzione a Burdisso nella farfalla, Razzetti nei misti, Detti negli 800 sl e a tutte le staffette), tra le donne l’Italia ha maggiori incognite, ma due grandi certezze. Per Simona Quadarella forse il Mondiale non sarà l’evento dell’estate, perché nuotare e vincere in casa al Foro italico durante gli Europei di agosto sarebbe un bel traguardo, ma anche in Ungheria gareggerà tra le favorite negli 800 e 1500 sl. Motivo in più per lei per fare bene è l’assenza di Ariarne Titmus, anche se c’è da vedersela con la quasi imbattibile Katie Ledecky. L’altra punta di diamante al femminile sarà Benedetta Pilato, in vasca nei 50 e 100 rana, già argento mondiale nella gara più corta nel 2019 e oggi, senza gli ori olimpici Tatjana Schoenmaker e Lydia Jacoby, con la chiara possibilità di poter far saltare il banco. Per chiudere un nome per il futuro che tutti attendono ormai da anni. Sarà il primo Mondiale per Lorenzo Galossi, astro del 2006 di cui si parla come il “mostro” del futuro nel mezzofondo internazionale. I tempi per la sua età sono stratosferici e gareggerà nei 400 sl. Se esploderà davvero, inizierà in pieno l’era post Pellegrini.

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