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Ungheria, Viktor Orbán dichiara lo stato di emergenza per la guerra: scatterà da mercoledì

Nel giorno in cui si è insediato il nuovo governo, il premier ha annunciato misure straordinarie per contrastare quella che descrive come una "minaccia costante" per il Paese, sia per la "sicurezza fisica" che per quella "energetica e finanziaria"
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Dalla mezzanotte di mercoledì in Ungheria scatterà lo stato di emergenza per la guerra. Nel giorno in cui si è insediato il nuovo governo, il premier Viktor Orbán ha annunciato misure straordinarie per contrastare quella che descrive come una “minaccia costante” per il Paese, sia per la “sicurezza fisica” che per quella “energetica e finanziaria”. L’annuncio è stato dato dal primo ministro con un videomessaggio su Facebook nel quale ha ribadito che l’Ungheria deve “stare lontana da questa guerra” e “proteggere la sicurezza finanziaria” delle famiglie.

“Il governo sta esercitando il suo diritto ai sensi della Legge fondamentale di dichiarare la legge marziale oggi a mezzanotte. Come lo stato di emergenza imposto durante l’epidemia, consentirà al governo di rispondere immediatamente e proteggere l’Ungheria e le famiglie ungheresi con tutti i mezzi possibili”, ha spiegato il premier ungherese. In sostanza Orbán si attribuisce maggiori poteri e spazio di manovra. Le prime misure pratiche che discenderanno dall’introduzione dello stato di emergenza saranno annunciate dal governo nella giornata di mercoledì.

Proprio oggi l’Ungheria è stata sotto i riflettori per la lettera inviata da Orbán a Charles Michel nella quale sosteneva che “discutere il pacchetto di sanzioni a livello di leader in assenza di un consenso sarebbe controproducente” in riferimento all’embargo al petrolio russo. “Evidenzierebbe solo le nostre divisioni interne senza offrire una possibilità realistica di risolvere le differenze. Pertanto, propongo di non affrontare questo problema al prossimo Consiglio europeo”, ha aggiunto il primo ministro ungherese ottenendo nelle ore successive un sostanziale benestare della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

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