Starbucks uscirà completamente dalla Russia. La decisione, che si legge su Bloomberg, fa seguito alla sospensione delle attività – 130 locali, tutti con formula franchise – che era già avvenuta lo scorso marzo. Ora il colosso delle caffetterie ha detto che pagherà ai suoi 2mila dipendenti in Russia gli stipendi per sei mesi, e poi li aiuterà nella transizione verso un nuovo posto di lavoro. Punta perciò a concludere la sua esperienza sul territorio russo. L’azienda agisce in linea con altri grandi marchi della ristorazione, fra cui McDonlad’s, la cui apertura a Mosca nel 1991 è considerato fra i simboli che anticipano la caduta dell’Unione sovietica.

“Condanniamo gli orribili attacchi in Ucraina a opera di Mosca, e sosteniamo coloro che ne sono colpiti”, aveva detto Kevin Johnson in marzo (ex Ceo, che poi si è dimesso). “L’impatto umanitario di questa guerra è devastante e crea un effetto a catena percepito in tutto il mondo”, aveva proseguito. Starbucks, si legge su Forbes, aveva aperto in Russia nel 2007 e aveva poi inaugurato il suo 100esimo store all’interno del Paese nel 2015. Gli introiti che provenivano dal Paese erano pari all’1%.

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