La sua specialità era il polpo alla luciana, ricetta tipica della cucina napoletana che prende il nome dal borgo di Santa Lucia. Ma ci sapeva fare anche coi piatti tipici della tradizione romana: particolarmente decantata era la carbonara “cucinata a regola d’arte, senza panna né pancetta”, ma con “guanciale, tuorlo d’uovo, pecorino e basta”. Delle vere prelibatezze quelle preparate da Antonio Cuozzo Nasti, chef di un rinomato ristorante italiano all’interno di un albergo di lusso di Saint-Raphaël, località della Costa Azzurra poco distante da Cannes. Solo che oltre a un ottimo chef Cuozzo era anche un latitante di camorra, che da 14 anni sfuggiva all’arresto, considerato attiguo al clan camorristico Mallardo di Giugliano, in provincia di Napoli.

Le indagini dei Carabinieri hanno permesso di scoprire la seconda vita di Cuozzo Nasti, 56 anni, arrestato in un’operazione svolta nell’ambito del progetto europeo “@On”, curato dalla Dia e in collaborazione con il Servizio di Cooperazione internazionale di Polizia e la Polizia nazionale francese. Cuozzo Nasti viveva sotto falso nome e si era dedicato alla sua passione, la cucina, con ottimi risultati al punto che il direttore dell’hotel aveva affidato allo “chef napoletano” la direzione della cucina del ristorante “Alberto”, definito sul sito ufficiale “un concentrato di raffinatezza per gli occhi e per le papille gustative”.

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