Se al Cremlino ci fosse stata una donna l’invasione dell’Ucraina non ci sarebbe mai stata. A sostenerlo, in un’intervista al Times, è il primo ministro estone Kaja Kallas. “Quando vedo le immagini dell’Ucraina, quando prendo le decisioni per dare loro più aiuto, penso costantemente a quanto sia triste che tutto l’equipaggiamento militare che viene distrutto non vada a beneficio di nessuna economia o del benessere di nessun popolo”, dice. “Forse è molto sessista, ma lo dirò comunque: se avete dato se hai dato alla luce una vita umana, togliere la vita al figlio di un’altra madre è così crudele”

Il primo ministro estone che fa parte di una nuova generazione di leader donne nella regione, insieme alle sue controparti in Lituania, Svezia, Danimarca e Finlandia, ha spiegato al quotidiano britannico che i suoi principi sono stati ispirati dal libro dello psicologo canadese Steven Pinker, Il declino della violenza: “C’è un capitolo in cui si dice che se ci sono leader donne, c’è meno violenza. Sono assolutamente d’accordo”, ha detto.

L’Estonia è stata occupata dall’Unione sovietica dal 1940 (con una parentesi nazista) al 1991, quando riottenne l’indipendenza. La madre della Kallas a soli sei mesi fu deportata in Siberia. Suo padre, Siim Kallas, ha vissuto la transizione dall’Urss alla nuova Repubblica estone, di cui è stato ministro degli Esteri e premier tra il 2002 e il 2003, prima di andare a Bruxelles come commissario per 10 anni. Di ispirazione liberale, giovane avvocata di 44 anni, dal 26 gennaio del 2021 guida il governo della piccola nazione baltica, la prima donna a ricoprire la carica di premier nel suo Paese.

“Sebbene l’Unione Sovietica sia crollata, la sua ideologia imperialista non è mai crollata”, ha detto nei giorni scorsi a LaPresse, “tutti i segnali di avvertimento erano presenti negli ultimi decenni: nostalgia imperiale, la narrazione del vittimismo russo e le guerre di Putin in Cecenia, Georgia, Donbas e Crimea. Putin l’ha fatta franca prima, ma dobbiamo assicurarci che non la faccia franca ora. Non riesca nemmeno a pensare di aver vinto. Altrimenti, il suo appetito crescerà”.

Kallas è una delle poche donne premier nell’Ue, dopo l’uscita di scena di Angela Merkel al G7 non c’è nessuna, ma “quello che vedo al tavolo nell’Ue e nella Nato è che il proprio background non ha importanza. Alla fine, la nostra voce ha lo stesso peso. I veri sciovinisti sono quelli che commettono crimini di guerra in Ucraina”, ha risposto nei giorni scorsi a una domanda de LaPresse sulla mancanza di donne tra i leader del G7 e ai tavoli del negoziato Ucraina-Russia.

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