Le commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera hanno dato il via libera al disegno di legge di conversione del decreto bollette. Il provvedimento è atteso in aula a Montecitorio lunedì. Le misure stanziate ammontano a quasi 8 miliardi, di cui circa 5,5 per fare fronte al caro energia con misure come la cancellazione degli oneri di sistema per le utenze domestiche per il secondo trimestre e il potenziamento del bonus sociale. Il resto va a sostegno delle filiere produttive in difficoltà. Sono previste inoltre liberalizzazioni per le rinnovabili e l’aumento della produzione di gas nazionale. Durante il passaggio in commissione non sono state trovate, inoltre, le risorse per una proroga di un mese del termine del 30 giugno per completare il 30% dei lavori nelle villette ai fini del Superbonus. Il governo ha confermato il parere negativo agli emendamenti che proponevano uno slittamento della scadenza così come alle proposte di mediazione dei gruppi. Il Pd ha però fatto sapere che è stato “raggiunto un accordo con il governo che introdurrà in un decreto subito dopo Pasqua, che dovrebbe presumibilmente arrivare in Cdm il 21 aprile, la possibilità di prorogare di qualche mese la data del 30 giugno 2022”.

Non è passato un emendamento di Europa Verde – Verdi Europei che “avrebbe permesso un’operazione di trasparenza, autorizzando il governo a rendere pubblici i prezzi di acquisto del gas e quindi, di calcolare esattamente gli extra-profitti delle società energetiche, in modo da tassarli e utilizzare le risorse per la creazione di un Fondo energia che avrebbe aiutato concretamente le famiglie con ISEE fino a 60 mila euro”, hanno denunciato i deputati Devis Dori, Cristian Romaniello, Elisa Siragusa, Paolo Romano e Rosa Menga.” Prendiamo atto della reale volontà del Governo: mostrarsi debole con le società energetiche e duro con le famiglie”.

Ha invece avuto via libera un emendamento in base al quale il Gestore dei servizi energetici Gse comprerà energia dagli impianti rinnovabili con contratti di ritiro e vendita di lunga durata, pari ad almeno tre anni, e la destinerà con prezzi agevolati in priorità ai clienti industriali energivori, alle piccole e medie imprese e ai clienti localizzati in Sicilia e Sardegna. L’emendamento ha “il fine di garantire la piena integrazione e remunerazione di medio termine degli investimenti in fonti rinnovabili nel mercato elettrico” e di “trasferire ai consumatori” i benefici di questa integrazione, secondo gli autori. L’Associazione dei grossisti di energia e trader (Aiget) e la Federazione europea dei trader di energia (Efet-European Federation of Energy Traders) protestano e sostengono che il risultato sarà “incrementare i costi in bolletta per la grandissima parte dei clienti finali e distruggere la concorrenza nel mercato libero”. Aiget ed Efet evidenziano “come già in passato il Gse non si è dimostrato particolarmente efficiente nella gestione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili; inoltre affidare a Gse la commercializzazione di una quota così rilevante dell’energia rinnovabile italiana avrebbe un forte impatto sul mercato dell’energia, sottraendo tra l’altro anche volumi importanti alla contrattazione nei mercati, riducendone la liquidità e quindi aumentando di fatto prezzi e volatilità su questo importante segmento”.

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