Un’altra spinta verso Forza Italia viva, alla vigilia del voto per il Quirinale. Gianfranco Micciché torna alla carica e questa volta dice senza giri di parole di volere Matteo Renzi all’interno di un centrodestra largo, larghissimo. “Siamo nelle condizioni di allargare la quota di centro, più di quanto possa fare il centrosinistra. Forza Italia senza la Lega non potrebbe andare da nessuna parte. Speriamo di potere convincere anche la Meloni ad un allargamento verso Renzi, penso che si potrebbe ottenere ma è escluso che si faccia un centro tenendo fuori Lega e Fdi“, ha detto il presidente dell’Assemblea siciliana nella tradizionale conferenza stampa di fine anno a Palazzo dei Normanni.

Il viceré di Silvio Berlusconi in Sicilia è sempre stato il primo sponsor dell’approdo di Matteo Renzi a destra. A cominciare dall’ormai famosa cena in una nota enoteca di Firenze col leader d’Italia viva. “Quella cena nulla c’entrava con le alleanze tra partiti – dice oggi Miccichè – Io non ho il compito di decidere se stare o no in coalizione con Renzi. Non sono andato lì a chiudere accordi di coalizione, ma per altri motivi: quello dei ragazzi di Sicilia Futura che avevano un accordo con Italia Viva, e che stavano spostando il loro interesse verso Forza Italia, dunque come fare una operazione politica del genere senza fare danno a Iv”. Micciché, però, conferma che in quell’occasione l’ex segretario del Pd si era detto disponibile a votare Berlusconi al Quirinale. “Abbiamo chiacchierato sinceramente e lealmente e poi gli ho chiesto: Lo voti Berlusconi al Quirinale? Mi ha detto: perché no… se ci sono le condizioni…”. Non è la prima volta che Micciché racconta quella conversazione. Già in passato, però, Renzi lo aveva smentito. “Ma questo non significa che gli abbia strappato una promessa, questo no”, mette le mani avanti oggi Micciché, primo fan dell’uomo di Arcore: “Conosco il presidente Berlusconi da troppi anni, sono certo che sarebbe un Capo dello Stato di equilibrio e di grande peso internazionale, ha la capacità di avere rapporti con chiunque, cosa che manca per esempio a Musumeci”.

E a questo proposito il presidente dell’Ars non si è sbilanciato sulla possibile ricandidatura del governatore della Sicilia. “Musumeci non facilita il confronto, ogni giorno che passa ci rende le cose più complicate. Dopo l’elezione del Capo dello Stato decideremo cosa fare”. In corsa, come candidato governatore del centrodestra, sembrava potesse essere Gaetano Miccichè, fratello di Gianfranco e manager di Intesa San Paolo. “La candidatura di Gaetano non esiste, da parte mia è un sogno. Mai nessuno gliel’ha chiesto formalmente e mai ha dato risposta formale quindi. Per me continua a essere un sogno, ogni tanto ne parliamo. Da parte sua nessuna disponibilità fino ad oggi anche perché nessuno glielo ha mai chiesto. E’ una cosa immaginaria”, ha detto il capo dei berlusconiani, sostenendo che “chiunque mi incontra mi dice che sarebbe meraviglioso, ma aspettiamo le elezioni del Capo dello Stato, la cosa più importante, che cambierà tanti scenari o che potrebbe cambiare tanti scenari”.

E visto che la corsa al Colle è la cosa più importante, il capo di Forza Italia in Sicilia ci ha tenuto a sottolineare come dal suo punto di vista Mario Draghi deve rimanere a Palazzo Chigi. “Il ruolo del presidente del Consiglio – ha sostenuto – è fondamentale in questo momento, mi sembra sia palese che la presenza di Draghi abbia rappresentato una svolta, è cambiato tutto, dall’immagine del Paese alla situazione della pandemia. Immaginare oggi di togliere Draghi da quella posizione mi sembrerebbe sciocco, se non addirittura delinquenziale”. Anche perché con la permanenza di Draghi a Palazzo Chigi, Berlusconi potrebbe continuare a coltivare speranze per il sogno al Quirinale. E se ci sono le condizioni, ci sarebbero anche i voti d’Italia viva.

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