Il Tribunale fallimentare di Torino ha riaperto la procedura di licenziamento collettivo per tutti i lavoratori della ex Embraco. A partire dal 23 gennaio, i 377 addetti andranno quindi in Naspi (l’indennità di disoccupazione erogata dall’Inps, ndr). Lo rendono noto Fim, Fiom, Uilm, Uglm Torino, annunciando una manifestazione a Roma sotto il ministero dello Sviluppo economico il 15 dicembre prossimo “per far sì che nessuno dei 377 lavoratori venga abbandonato a se stesso”. All’iniziativa sono stati invitati il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, e il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo.

Si conclude così, a meno di novità dell’ultima ora, la vicenda della ex fabbrica di Riva di Chieri dove si producono compressori per frigoriferi e dei 400 lavoratori che, negli ultimi tre anni, hanno lottato per difendere il proprio posto di lavoro. Fim, Fiom, Uilm, Uglm di Torino ricordano che, “nonostante la proroga degli ammortizzatori sociali autorizzati a luglio 2021 con l’obiettivo di trovare una soluzione occupazionale per i lavoratori, nel corso degli ultimi 12 mesi il ministero dello Sviluppo economico non ha mai convocato il tavolo ex Embraco”. Embraco è la controllata brasiliana della multinazionale statunitense Whirlpool, la produzione dello stabilimento torinese è stata delocalizzata in Slovenia.

Lo scorso 9 ottobre il candidato di centrodestra a sindaco di Torino Paolo Damilano aveva affermato al presidio dei lavoratori: “Io vi do la garanzia che riuscirò a ricollocarvi entro giugno 2022”. Una promessa la cui validità era stata assicurata da Damilano a prescindere dalla sua elezione a primo cittadino grazie alle “mie relazioni con gli amici imprenditori”. Damilano ha assunto 10 ex dipendenti Embraco nella sua azienda. Stefano Lo Russo, poi eletto primo cittadino con il centrosinistra, aveva affermato che avrebbe aiutato Damilano a mantenere la promessa.

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