Dopo avere incassato quasi un plebiscito dal suo partito, e dopo che anche la FDP (Partito liberale democratico) ha votato per il contratto di governo, anticipando l’assenso anche dei Verdi (86% favorevoli con la partecipazione solo del 57%), Olaf Scholz (SPD) ha reso noti i nomi dei ministri socialdemocratici. La maggiore sorpresa è stata l’assegnazione di Karl Lauterbach alla Sanità. Il medico cinquantottenne è chiamato a prendere, proprio nel bel mezzo della quarta ondata della pandemia da Covid-19, la guida del dicastero ereditato da Jens Spahn (CDU). “La maggior parte dei cittadini e delle cittadine di questo Paese, non si può dire altrimenti, si sono augurate che il prossimo ministro della Sanità fosse un esperto della materia, fosse veramente capace e si chiamasse Karl Lauterbach, sarà lui”, ha detto Scholz presentando la nomina dell’esperto del Partito Socialdemocratico di Germania. A distanza, intanto, il futuro segretario Generale della SPD Kevin Kühnert ha twittato: “È Natale quando vengono esauditi i desideri, lo volevate, lo avete”.

Sulla nomina di Lauterbach c’erano però riserve all’interno dello stesso partito socialdemocratico, di cui il medico fu sostituto capo frazione parlamentare tra il 2013 ed il 2020. E il nuovo ministro non sembrava neppure godere della simpatia del futuro Cancelliere. Lunedì Lauterbach è stato il solo sul podio della Willy Brandt Haus senza cravatta ed ha ringraziato per la fiducia e per le molte parole di approvazione ricevute dalla popolazione. È chiamato a garantire le promesse fatte al personale sanitario in un momento molto difficile come quello pandemico e, proprio nella sua prima dichiarazione da ministro in pectore ha assicurato che la Germania rafforzerà il proprio sistema assistenziale, senza riduzioni delle prestazioni. Nel discorso Lauterbach si è mostrato ottimista assicurando che anche se “la pandemia dovesse durare più a lungo di quanto immaginato”, il Paese sarà in grado di superarla. Il ministro ha anche detto che, se si dovesse registrare un calo continuativo nell’incidenza di nuovi casi di Covid-19 (incidenza che lunedì però è ancora salita leggermente a 441,9 e oggi è ridiscesa a 432,2 ndr) “forse” i tedeschi potrebbero non dover rinunciare ai viaggi per le festività natalizie, ribadendo però che “vaccinarsi gioca un ruolo centrale”. In un tweet ieri ha riportato un grafico che mostra “quante morti si sono evitate in Israele con una campagna veloce di richiami” della vaccinazione, sottolineando che la campagna “deve riuscire anche a noi nei prossimi giorni”. Un messaggio in piena sintonia con quelli lanciati fin qui dal suo predecessore Jens Spahn che è apparso per la cinquantottesima volta davanti alla stampa venerdì scorso, in tandem con il presidente del Rober Koch Institut, Lothar Wieler.

Nato nel 1963 a Düren (Renania Settentrionale Vestfalia) Karl Lauterbach nel suo sito rivendica le origini da una famiglia di lavoratori. È membro del Bundestag dal 2005, eletto nella circoscrizione di Colonia Mülheim e Leverkusen. Nei due anni precedenti era stato coinvolto sia nella commissione Rürup, per un sistema di finanziamento sostenibile dell’assistenza alla sicurezza sociale, sia nel gruppo di lavoro della direzione del partito socialdemocratico per una Bürgerversicherung, il progetto mai realizzato di un’assicurazione sociale per tutti i cittadini che superasse la divisione tra sistemi mutualistici privati e sistema pubblico.

Sulla carta appare competente per il nuovo incarico: è epidemiologo e professore in congedo di Economia della sanità e all’Università di Colonia ed ha alle spalle un’istruzione pluriennale iniziata ad Aquisgrana e proseguita poi, con diverse tappe, a Düsseldorf, a San Antonio in Texas, e conclusa all’ateneo di Harvard a Boston, nel quale dal 2008 è professore aggiunto nel dipartimento di politica sanitaria e management. Come ministro Lauterbach sarà chiamato a finalizzare l’obbligo di vaccinazione anti-Covid per tutto il personale sanitario, compreso quello di assistenza agli anziani, e a dare precise indicazioni nel dibattito parlamentare sulla possibilità di un obbligo allargato per tutti i cittadini. Nelle sue esternazioni il nuovo incaricato al dicastero della Sanità, inoltre, è apparso un sostenitore della vaccinazione anche per i bambini. In un tweet di domenica ha scritto: “5 milioni di vaccinazioni ai bambini tra i 5 e gli 11 anni senza alcun caso di miocardite, che sarebbe stato probabilmente l’effetto collaterale più grave. È una buona notizia per i nostri bambini”.

Il neoministro dovrà però fare un po’ più attenzione alla comunicazione. Patrick Gensing della ARD rimarca che Lauterbach, quasi 700mila seguaci su Twitter, non si è sempre distinto per affermazioni esatte, o quantomeno comprovate. In primavera additò i dati delle infezioni di Mallorca, sostenendo che fossero tenuti bassi per non danneggiare il turismo e guadagnandosi quindi le proteste spagnole. A giugno disse che a causa della variante Delta nel Regno Unito c’erano più bambini ricoverati, ma dovette rivedere l’affermazione. Nella seconda metà di ottobre, poi, venne criticato dal virologo Jonas Schmidt-Chansit per avere affermato apoditticamente che il Covid accelera l’invecchiamento, basandosi però solo su uno studio. A settembre 2020 citò in modo errato anche il dottor Anthony Fauci, consigliere di diversi presidenti statunitensi, nello stesso mese, ancora, trasse conclusioni inesatte da uno studio sui frequentatori di bar e ristoranti, affermando che consumare all’esterno dei locali o sulle terrazze aumentava allo stesso modo il rischio di infezioni, mentre non si poteva stabilire. Lauterbach è stato tra gli artefici della prevista liberalizzazione della marjuana, ma anche in questo caso ha argomentato la sua idea in modo ingannevole, affermando che nel commercio in strada è sempre più spesso mischiata all’eroina, mentre agli inquirenti questo non risulta. Ancora, Andrej Reisin della NDR, l’emittente radiotelevisiva pubblica locale dei Länder tedeschi del nord, un anno fa lo accusò di correggersi raramente anche dopo aver diffuso studi i cui risultati venivano poi modificati dopo la peer review. Lauterbach accettò le critiche ma si difese dicendo che a volte è difficile far capire i messaggi conservando il rigore scientifico. Da ministro non potrà però più permettersi sbagli.

Spahn è stato tra i primi a fargli le congratulazioni per “questo importante e difficile, ma anche molto bell’incarico”. “Le auguro molto successo”, gli ha scritto via Twitter “la lotta contro la pandemia resta un compito comune”. Messaggi di augurio sono arrivati anche da Norbert Röttgen (CDU): “Con la sua personalità, intelletto ed impegno si è guadagnato un’enorme fiducia nella società”. E pure dall’esperto in temi sanitari dei Verdi, Janosch Damen: “La sua esperienza e il suo approccio scientifico daranno un gran valore alla lotta alla pandemia nell’esecutivo. Stimo soprattutto la sua collegialità e l’impegno verso le persone, senza grandi sponsor all’ambiente sanitario”. Una frecciata è arrivata invece dal liberale Walter Kubicki che, pur congratulandosi, ha dichiarato alla Bild: “I talkshow dovranno rinunciare più spesso alla sua presenza”. Drastica anche Alice Weidel (AfD): “Peggio di così per la Germania non poteva andare”. Rallegramenti invece dall’ambiente medico, la presidentessa dell’Associazione Margburger Bund Susanne Johna ha dichiarato al Osnabrücker Zeitung: “Sono felice che un medico divenga Ministro della sanità, è di provata competenza e, non solo con la pandemia, ha dimostrato che ha un grosso bagaglio di conoscenza”. Approvazione arrivata anche dal presidente dell’associazione dei medici mutualistici Andrea Gassen che gli offre “la nostra collaborazione, proposte ed esperienza”.

Tra gli altri neoministri presentati da Scholz, Klara Geywitz all’Edilizia; Nancy Faeser agli Interni; Hubertus Heil confermato al Lavoro ed Affari Sociali; Svenja Schulze alle Politiche di sviluppo e collaborazione internazionale; Christine Lambrecht alla Difesa; l’ex segretario al ministero delle Finanze Wolfgang Schmidt a Capo dell’Ufficio di Cancellierato. Schmidt non diventerà quindi capo della Bundesbank per la quale era stato indicato come possibile successore di Jens Weidmann. Olaf Scholz aveva assicurato un governo con dicasteri in pari misura a donne e uomini, ma con lui come Cancelliere in effetti sono 9 a 8. Anche se ormai al di fuori della stretta cerchia di Governo, ci sarà forse un riequilibrio se Andrea Nahles sarà portavoce stampa.

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