Nella Capitale 51 treni, di cui 33 che viaggiano sulla linea A della metropolitana che collega Roma sud con Roma ovest, hanno bisogno di essere revisionati per continuare a circolare da gennaio. Dei 33 convogli in servizio sulla linea arancione della Capitale – e che servono il centro storico, da piazza di Spagna e piazza del Popolo a via Nazionale e alla stazione Termini – ben 20 devono essere revisionati. Ne resterebbero soltanto tredici e non sarebbero sufficienti a garantire un servizio minimo, considerando che tre o quattro treni devono comunque essere sempre a deposito per motivi di sicurezza in caso di emergenze. Conseguenza: a gennaio la linea A della metropolitana di Roma rischia la chiusura totale se non interviene il governo.

L’allarme è stato lanciato dall’assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patané, audito nella commissione Mobilità del Campidoglio. Patanè, alla guida del dipartimento di via Capitan Bavastro da poco più di un mese, ha definito la “situazione” del trasporto su ferro nella Capitale “drammatica”. Per quanto riguarda i tram ne sono in servizio solo 22 su 77. Non vanno meglio le ferrovie con la Roma-Lido. Conferma la maglia nera di sempre e se possibile peggiora: tra Piramide e Ostia, al momento viaggiano solo tre treni. Il motivo, in quest’ultimo caso, è che per gli altri convogli che erano in servizio è scaduta la revisione e l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (che fa capo al ministero) non ha concesso proroghe sulle cosiddette “mitigazioni”. La mitigazione è una verifica che precede la revisione: in breve, serve ad accertare che non ci siano problemi strutturali, eventualmente a sostituire pezzi sensibili, e consentire al treno di continuare a viaggiare in attesa che questo venga sottoposto a revisione.

Sulla ferrovia Roma-Lido il ministero ha detto no alla proroga e quindi i convogli non mitigati e in attesa di revisione hanno dovuto fermarsi. “Se questo accade anche sulla linea A della metro siamo costretti a chiuderla”, ha spiegato l’assessore. Se dal ministero per le Infrastrutture arriva un no, infatti, “restiamo con 13 treni e con questo numero siamo costretti a chiudere la linea – ha aggiunto –. Non potremmo ammassare mille persone in banchina a Termini. Lo ho riferito al ministero, ho detto loro che qualora non si trovasse una soluzione la linea deve chiudere. Come soluzione ho proposto che accordassero 10 mesi di proroga per la mitigazione sui 20 treni che non l’hanno fatta. Ho proposto di portare una perizia, asseverata con analisi dei rischi, che possa consentire di avere una proroga dall’agenzia Ansfisa”. L’assessore ha rassicurato rispetto alla sicurezza dei convogli: “Dei 51 treni da revisionare, a oggi 31 hanno fatto la mitigazione, 20 non hanno fatto né mitigazione né revisione, e tutti sono in linea. Non sono insicuri perché è stata fatta la manutenzione in questi anni. I 31 sottoposti a mitigazione infatti sono risultati in ottimo stato”. A Palazzo Senatorio si auspica che lo stesso valga anche per i 20 che sulla linea A attendono almeno la mitigazione.

Al di là delle verifiche, però, il futuro blocco della linea è appeso a quanto deciderà l’Agenzia per la sicurezza e quindi il ministero di Enrico Giovannini. Un no alla proroga, come nel caso della ferrovia Roma-Lido, comporterebbe il blocco totale della linea, con disagi incalcolabili sul fronte degli spostamenti e del traffico e perdite sul turismo e sull’economia locale, dal momento che la linea A attraversa il centro storico della Capitale. Lo stop del servizio, poi, potrebbe essere anche molto lungo considerato che, almeno per quanto riguarda le revisioni, per ogni treno ci vogliono 5 mesi “e ieri è partito il primo treno dei 51. Per revisionarli tutti ci vogliono sei anni”, ha concluso l’assessore. Insomma, c’è da sperare che il ministero abbia già una soluzione, e magari un sì, pronto sul tavolo.

Intanto sulla linea A la giunta capitolina ha fatto la sua parte licenziando lo stanziamento di 1,2 milioni di euro per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria: il provvedimento nei prossimi giorni sarà al vaglio dell’Assemblea capitolina. In prospettiva, per il futuro, il sindaco Roberto Gualtieri inoltre ha presentato al governo una richiesta da 11,4 miliardi da reperire nei prossimi 15 anni per la rete delle metropolitane: i fondi richiesti puntano a garantire i prolungamenti della linea A oltre il capolinea di Battistini a ovest di Roma e della linea B oltre Rebibbia fino a Casal Monastero. In ballo, infine, c’è anche la realizzazione della linea D della metropolitana, una metrovia che dalla periferia di Corviale, passando per il centro dovrebbe arrivare fino al quartiere Montesacro e incrociare più punti di scambio con le linee B e C. Di queste risorse circa 1,5 miliardi sono già stati reperiti nell’attuale legge di bilancio.

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