L’incontro in videoconferenza della prossima settimana tra Vladimir Putin e Joe Biden arriva con un nuovo picco di tensione raggiunto oggi sul fronte ucraino. L’inquilino della Casa Bianca, dopo settimane di provocazioni, minacce, e movimenti di truppe al confine con i territori controllati da Mosca, ha lanciato un avvertimento al suo omologo russo dichiarando di essere pronto a imporre sanzioni senza precedenti in caso di una nuova invasione dell’Ucraina.

È stato il consigliere del Cremlino, Iuri Ushakov, a rivelare che è stata concordata una data per il vertice, dopo la visita di Putin lunedì in India, ma che non sarà annunciata finché non saranno definiti tutti i dettagli. Tanti i temi in agenda, dalle “insoddisfacenti” relazioni bilaterali alla stabilità strategica, dall’Iran alla Libia fino all’Afghanistan. Ma in cima a tutto resta la crisi ucraina, con la richiesta di Mosca di “garanzie legali” contro l’ulteriore espansione della Nato ad est.

Joe Biden ha preannunciato forti misure deterrenti contro il rischio di un’invasione russa dell’Ucraina, ai cui confini Mosca ha ammassato oltre 100mila soldati. “Sto mettendo insieme ciò che sarà il pacchetto di iniziative più completo e significativo per rendere molto, molto difficile che Putin proceda e faccia ciò che la gente tema possa fare”, ha spiegato il presidente assicurando di essere in costante contatto con i partner europei. Nei giorni precedenti, il suo segretario di Stato, Antony Blinken, aveva detto alla Nato di avere “le prove” che Mosca medita un blitz in Ucraina, minacciando sanzioni economiche dolorose che rischierebbero di mettere in crisi una economia come quella russa dipendente in gran parte dagli idrocarburi.

Il Cremlino continua a respingere accuse e sospetti, rivendicando il suo diritto di spostare e ammassare truppe all’interno dei confini del Paese. Ma è chiaro per molti osservatori che Putin sta giocando la sua partita a scacchi, aumentando le pressioni su Kiev e sull’Occidente per ottenere quello che finora non ha avuto: la garanzia giuridicamente vincolante che l’Alleanza non si avvicinerà alla frontiera russa. Il Capo dello stato di Mosca vuole mantenere degli Stati cuscinetto con l’Europa. E se la Bielorussia per ora non è in discussione, resta il rischio che Georgia e soprattutto Ucraina prima o poi entrino nella Nato. L’Alleanza aveva ufficialmente aperto la porta a Kiev nel 2008 e nel 2014 si cominciò a intravedere una possibilità concreta, dopo la rivolta filo occidentale di Maidan e la fuga del presidente filorusso Viktor Ianukovich. Putin reagì annettendo la Crimea. Ma ora l’Ucraina non vuole rinunciare a questa prospettiva. Abbandonarla “non è una opzione”, ha assicurato il ministro degli esteri di Kiev Dmytro Kuleba. “Rifiuto questa idea che dobbiamo garantire qualcosa alla Russia, è Mosca che deve garantire che non continuerà la sua aggressione contro nessun Paese”, ha messo in guardia, definendo come “assolutamente inappropriato per la Russia avere una qualche influenza sulle decisioni prese da un altro Paese sovrano”.

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