Il ministro della Transazione ecologia Roberto Cingolani lo ribadisce: non ci sta a rientrare nell’elenco di chi fa “blablabla”. È a favore delle contestazioni, dice, ma non apprezza “l’eccesso di semplificazione”. Ospite a The Breakfast Club di Radio Capital ha commentato le parole dell’attivista svedese Greta Thunberg: “Credo che se c’è qualcuno che non fa blablabla sono io. Greta l’ha detto a me ma anche agli altri attivisti che ci sono rimasti molto male. Quando uno dice che tutto il mondo è fatto da imbecilli poi deve farsi qualche domanda”, ha cominciato: “È troppo semplicistico dire che tutti non stanno facendo nulla, ci sono sicuramente dei ritardi. Questa è la più grande sfida che l’umanità si trova ad affrontare. Non ci sono libri o regole già scritte. Il problema è un po’ più complicato del blablabla”. Capisce la contestazione dei giovani, ma ha riseve: “Questi ragazzi sono fenomenali, hanno molte idee, ma dobbiamo dare lo spazio per proporle. Loro contestano e noi lavoriamo, ma io non apprezzo l’eccesso. Ci vuole sobrietà anche nella contestazione. E c’è stato un eccesso di semplificazione”, conclude Cingolani.

E su come dovrebbe comportarsi l’Italia ha le idee chiare: “Noi siamo deboli perché importiamo energia da tutte le parti: la nostra politica energetica deve cambiare. Adesso è difficile con le tecnologie attuali pensare che il nucleare possa essere una soluzione. Bisogna continuare studiare e sviluppare: lo dice la Von der Leyen e lo dice anche Macron”, ha proseguito. “La fusione risolverà i nostri problemi, tra qualche decade forse. Però questo è il momento di investire in tecnologie che in futuro ci permetteranno di accelerare. Quindi la mia risposta al nucleare è convintamente sì, purché non si vada a slogan o seguendo vecchie tecnologie. È arrivato il momento di studiare, sviluppare e fare innovazione. Senza questo, la battaglia non la vinciamo”, conclude.

“Il problema è che il caro bollette dipende dall’aumento enorme del prezzo del gas. La speranza è che nella seconda metà del prossimo anno il prezzo del gas scenda, è chiaro che siamo nelle mani di un mercato globale e l’Italia è molto debole perché noi purtroppo importiamo quasi tutta l’energia” ha continuato. “Noi abbiamo promesso di combattere il cambiamento climatico – aggiunge -, ma a parità di volume di gas consumato ogni anno io cercherei il più possibile di prenderlo dai nostri giacimenti piuttosto che importarlo. Costerebbe meno”. “L’opzione non è trivellare di più – prosegue Cingolani -, ma utilizzare al massimo i giacimenti che già ci sono e che casomai sono stati chiusi ma che in un anno si possono riaprire”. E sulle trivellazioni nell’artico ha commentato: “Queste sono operazioni internazionali partite molto tempo fa che vedono coinvolte aziende italiane. Noi possiamo come Paese non sponsorizzare nuove estrazioni, ma c’è un mercato già attivo. Se dovesse ricapitare l’occasione noi possiamo opporci, ma come si fa a fermare un’azienda? Le nostre aziende devono competere sul mercato internazionale”, ha concluso.

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