È stato l’ultimo presidente bianco del Sudafrica e fu lui, nel 1990 ad annunciare la scarcerazione di Nelson Mandela, dopo 27 anni di detenzione, contribuendo così a mettere fine al regime di apartheid nel quale si trovava il Paese. E anche per questo, nel 1993, venne insignito del premio Nobel per la Pace, proprio insieme al leader dell’African National Congress. Oggi, a 85 anni, è morto Frederik de Klerk, Capo di stato del Paese africano dal 1989 al 1994.

Il suo nome è legato indissolubilmente a quello di Nelson Mandela e alla fine dell’apartheid nel Paese, visto che fu lui, insieme all’icona dei movimenti anti-razzisti, a mettere le basi per la fine della segregazione razziale, supervisionando la fine del governo della minoranza bianca nel Paese. A dare notizia della scomparsa è stato un portavoce della Fondazione F.W. de Klerk, spiegando che il politico si è spento nella sua abitazione a Città del Capo, dove ha vissuto gli ultimi anni convivendo con il cancro.

Nato a Johannesburg il 18 marzo 1936, De Klerk iniziò la sua carriera politica nel 1972, quando venne eletto in Parlamento tra le fila del National Party. Nel 1978 entrò per la prima volta nel governo e non ne uscì più per i successivi 11 anni, ricoprendo i ruoli di ministro in diversi dicasteri: dallo Sport alle Telecomunicazioni, fino all’Interno e alla Pubblica Istruzione. Nel 1989, il suo percorso lo portò a diventare il leader dei Nazionalisti sudafricani e presidente della Repubblica. Incarico che mantenne fino al 1994 quando, appunto, lasciò il posto nelle mani di Nelson Mandela, rimanendo vicepresidente fino al 1996.

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