Diciotto arresti tra politici e sindacalisti curdi sono stati arrestati in Turchia con l’accusa di terrorismo. Le forze dell’ordine hanno fermato i sospetti in operazioni scattate all’alba a Smirne, sulla costa dell’Egeo, Antalya, nel sud del Paese, e a Mardin e Diyarbakir, importanti città del sud-est a maggioranza curda del Paese.
Secondo l’agenzia Anadolu, gli arrestati sono accusati di aver tentato di costituire cellule cittadine del Pkk, il partito curdo armato, ritenuto terrorista da Turchia, Usa e Ue, che dagli anni 80 è coinvolto in un conflitto con l’esercito di Ankara che ha provocato oltre 40mila morti. I sospetti fermati sono tutti esponenti della società civile curda e membri di sindacati o partiti politici. Sei di loro sono funzionari dell’Hdp, formazione filo-curda di opposizione e terzo partito più rappresentato nel Parlamento di Ankara.

Venerdì scorso l’Hdp aveva inviato alla Corte Costituzionale la propria difesa contro la richiesta di chiusura del partito presentata dalla procura della Repubblica a marzo per presunti legami con il Pkk. Centinaia di militanti, funzionari e deputati dell’Hdp sono stati in passato arrestati o processati con accuse analoghe. L’ex leader carismatico del partito, Selahattin Demirtas, si trova in carcere da più di cinque anni. Su di lui pendono varie accuse, tra cui propaganda a favore del terrorismo.

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