Diversi cacciatori, alcune centinaia, hanno protestato sotto al palazzo della Regione Lombardia dopo la sentenza del Tar che ha sospeso l’attività venatoria fino al 7 ottobre. Urlando cori, come “caccia libera in Lombardia”, ed esponendo cartelli come “Politici attenti la caccia non si tocca”, i cacciatori hanno chiesto che la stagione venisse riaperta subito. “Abbiamo pagato fior di soldi anche per mantenere gli animali e poi ci hanno fermato subito – spiegano – Non sanno distinguere tra un tordo e un merlo. Se ci aprono dopo non ci saranno più animali”.

Dopo la decisione del Tar, la stessa Federcaccia, su Facebook, aveva puntato il dito contro la Regione: “In data 14 maggio e in data 7 luglio avevamo avvisato Regione Lombardia che pubblicare il calendario due giorni prima dell’apertura era praticamente un suicidio, e avrebbero messo a repentaglio la stagione – si legge nel post -. Qualcuno in Regione deve assumersi la responsabilità di questa scelta scellerata”. Al centro della decisione del Tar, infatti, c’era il ricorso della Lega abolizione caccia, in merito al calendario riduttivo venatorio, cioè la lista di quanti e quali specie sono cacciabili, pubblicato “solo un giorno prima della stagione”.

Dopo la sentenza, la Regione aveva “riaperto” la caccia a partire dal 2 ottobre, con una delibera di giunta, come riporta Fanpage. Un provvedimento che l’assessore regionale all’Agricoltura Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi, aveva definito “necessario” per rispondere all’atto del Tar, in attesa poi, il 7 ottobre, della “sentenza sul calendario originale” ma che invece non ha avuto il consenso degli stessi cacciatori.

I manifestanti hanno sfilato dalla stazione centrale, fino al Palazzo Lombardia, sede della giunta regionale. Quindi, dopo un breve sit-in, sono tornati verso la stazione. Alcuni hanno anche lasciato cartelli appesi agli alberi attorno al palazzo con scritto “Je suis un cacciatore”.

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