Ipotizzare che siano “fannullone” e invitarle a “sudare” perché ricevono il reddito di cittadinanza è offensivo due volte. Quelle che un lavoro – almeno part-time o saltuario – non ce l’hanno lo cercano, a patto ovviamente che sia compatibile con gli orari di scuole e asili. E intanto, da sole, fanno i salti mortali per tenere in piedi una famiglia. Sono tante le madri single che hanno inviato a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it le loro testimonianze. Dagli ex non hanno aiuti e di certo nessuna ha il tempo per stare “sul divano”. “Dopo la separazione ho fatto di tutto: pulizie, traslochi“, scrive Serena. “Ho avuto il rdc ma volevo un lavoro. Sono andata a lavorare per Amazon. Tre turni, con due figli. Dopo 11 mesi non ce l’ho più fatta. Con il reddito almeno pago l’affitto. Spero in un lavoro vero, continuo a mandare curriculum”.

Per tutte è già dura tirare avanti con l’aiuto che arriva dall’Inps. Senza non ce la farebbero e le sparate di chi vuole abolirlo le preoccupano molto. Ma non le sorprendono: “Facile parlare per chi non ha problemi se si rompe l’auto, se gli viene il mal di denti, se ha bisogno di un paio di occhiali da vista, se deve curarsi con farmaci a pagamento“, scrive Angela da Palermo. “Se a me tolgono quei 600 euro di reddito sono persa”.

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Sono mamma di cinque figli, sola da due anni. Il padre è in prigione, l’ho denunciato per maltrattamenti. Ho sempre fatto pulizie e lavato le scale nei condomini. Percepisco il reddito di cittadinanza e grazie ad esso possiamo sopravvivere. Per i politici è facile parlare, hanno uno stipendio assicurato a vita.

Fabiola, Palermo

Sono mamma single di quattro figli, tre ancora studenti, senza mantenimento da parte del mio ex. Il reddito di cittadinanza mi dà un respiro, posso pagare le utenze domestiche e avere pranzo e cena tutti i giorni. Con l’inizio della scuola metà del reddito lo spendo in libri scolastici e altro materiale. Ho partecipato al progetto per la collettività (Puc) del mio Comune. Sto ancora aspettando delle proposte di lavoro dal centro per l’impiego. Nel frattempo cerco da sola, ma le offerte che trovo sono solo sottopagate e con orari assurdi.
Anita L., Abruzzo

Sono una mamma separata che ha perso il lavoro quando è scattato il lockdown. Lavoravo come collaboratore sportivo, senza tutele per la malattia né copertura per la chiusura estiva. Ho preso due bonus Covid, poi non trovando altro e con la bimba spesso a casa da scuola ho chiesto il reddito. Prendo 800 euro, ne pago 550 di affitto. Ho ancora tre mesi di arretrati e rischio lo sfratto. Per la casa popolare ho solo 3 punti. Quando riaprirà la scuola tornerò a cercare lavoro, ma se hai un bimbo piccolo e sei sola spesso non ti vogliono a lavorare. Si dovrebbero vergognare a chiamarci fannulloni. Ho fatto corsi online e mi sono iscritta a una scuola. Domani vado a fare il bonifico per l’affitto e una parte di arretrato. Mi resteranno 100 euro per le bollette, e poi?
Simona V.

Ho una bimba di tre anni e percepisco il reddito di cittadinanza dal 2019. Sono una lavoratrice stagionale, d’inverno raccolgo gli agrumi, d’estate lavoro nei villaggi turistici come donna delle pulizie in entrambi i casi per 30-35 euro al giorno. Percepisco 268 euro di reddito, abbastanza per le bollette e una parte dell’affitto che è di 300 euro. Ci sono giorni in cui non riesco a portare un secondo in tavola. È dura ma cerco di non mollare.
Anna S.
Ho quasi 58 anni, sono quella che una volta si definiva “ragazza madre“, con un figlio di 17 anni. Ho cercato lavoro sin dal diploma, senza successo. Prima non c’erano le leggi sull’apprendistato, per cui mi scartavano perché ero inesperta, poi quando sono arrivate quelle leggi mi hanno sempre scartato perché ormai, superati i 25 anni, mi consideravano tutti “troppo vecchia”. Ho fatto un corso di computer, concorsi vari (senza esito), un paio di LSU. Ho fatto una “borsa lavoro” dei Servizi sociali, un lavoro fisicamente pesantissimo pagato pochissimo. Ho fatto po’ di pulizie. Tanta fatica, pochi soldi. Poi i risparmi di famiglia sono finiti, la mia schiena (ho problemi per una brutta scoliosi) con tutti quegli sforzi ha avuto un crollo, il Covid ha cancellato tutto. Non mi restava altro che finire sotto un ponte e chiedere l’elemosina. Con il reddito ho avuto la possibilità di sopravvivere: prendiamo 549 euro, è dura, ma almeno si vive.
Carlotta A.Sono una mamma divorziata con un figlio da crescere. Il mio ex marito non mi dà un euro. Se mi tolgono i 600 euro di reddito sono persa. Un lavoro qui in provincia di Palermo è un miraggio. O è in nero, per pochissimo soldi. Facile parlare per chi non ha problemi se si rompe l’auto, se gli viene il mal di denti, se ha bisogno di un paio di occhiali da vista, se deve curarsi con farmaci a pagamento.
Angela F., Palermo

Ho 37 anni e due figli. Ho sempre lavorato ma saltuariamente e spesso in nero nonostante il diploma. A 17 anni mi venne diagnosticato il disturbo bipolare, mi curo da oltre 14 anni con psicofarmaci e integrarmi nella società per me non è mai stato facile. Il reddito di cittadinanza è per noi una piccola certezza di mangiare, comprare libri e scarpe, pagare la bollette o anche permetterci un McDonalds in tre ogni 6 mesi. Niente sperperi, solo sopravvivenza.
Emanuela B.

Sono una mamma con due figli. Divorziata. Per il primo anno di separazione non ho avuto mantenimento, ho dovuto lasciare la casa che avevamo in affitto e sono tornata da mia madre con due figli e 4 valigie. Il mio ex fino a sentenza del giudice, che l’ha obbligato a darmi 400 euro, non mi ha passato soldi né voleva darmi gli assegni familiari essendo l’unico a poterne usufruire. Ho fatto di tutto: pulizie, traslochi…ho preso una casa per noi, mia madre mi ha aiutato. Ho preso il reddito, 970 euro. Non è giusto che si parli solo di chi se ne approfitta. Io volevo un lavoro. Sono andata a lavorare per Amazon. Tre turni, con due figli. Dopo 11 mesi non ce l’ho più fatta. Ora il reddito è stato ridotto a 400 euro perché prima avevo quello stipendio…ma io adesso quei soldi non li ho. Comunque ci aiuta: l’affitto è pagato e quando vado a dormire so che i miei figli hanno un tetto. Spero in un lavoro vero, continuo a mandare curriculum.
Serena C.

Vivo da sola con mia figlia e i miei cani. Se tolgono il reddito non avremo nulla da mangiare. Prendo 500 euro che non bastano nemmeno per tutte le spese, tra bollette, pannolini e cibo. La mia speranza è di trovare un lavoro da fare al mattino, quando inizia l’asilo. Ma so già che sarà difficile perché solitamente cercano per la sera. Ci sono gli aiuti del Comune, che dà del cibo, ma io non ho la macchina per andarci.
Angelica S.

Percepisco il reddito di cittadinanza ormai da un anno, da quando sono rimasta senza lavoro con tre figli a carico. Ho avuto due tumori e in questi ultimi dieci anni è stata dura portare avanti tre ragazzini senza che gli assistenti sociali bussassero alla porta. Il reddito mi ha permesso di pagare serenamente l’affitto e di non rimanere senza luce o gas ogni due mesi. Abbiamo buttato le candele. Non è comunque una passeggiata. Tra spese mediche e scolastiche e il cibo non arrivo mai a fine mese e devo sempre farmi prestare qualcosa. Aspetto con impazienza una chiamata per un lavoro decente.
Laura M.

Sono una mamma di due bimbi piccoli (6 e 2 anni), separata da un anno. Percepisco il reddito di cittadinanza grazie al quale faccio mangiare i miei figli, pago le bollette e il mutuo. Mi hanno chiamato dai servizi sociali per fare servizio civile presso un’associazione. Ho chiesto orari antimeridiani per poter gestire il bambino piccolo: mi hanno detto no, solo pomeriggio. Dovevo occuparmi delle pagine social, invece mi sono ritrovata a scaricare furgoni, pulire locali in disuso. Cercando lavoro ne ho trovato uno part time solo sulla carta: avrei dovuto lavorare 48 ore a settimana per guadagnare 800 euro (il contratto era per 22 ore settimanali). Ho rifiutato. Mi sono iscritta ad un corso professionale e spero che almeno questo vada a buon fine.
Rosa D.

Ho 56 anni, nel 2011 sono stata licenziata dopo 20 anni di lavoro presso una azienda di Fisioterapia. Sono sola, con due figlie e un nipote. Mi hanno trovato un dermatofibrosarcoma, mi sono curata ma poi mi è stata diagnosticata anche l’artrite reumatoide. La domanda di invalidità civile è stata accettata, 75%, e sono stata inserita nelle liste di collocamento per disabili. Ma di lavoro nemmeno l’ombra. Poi al Caf ho saputo che potevo chiedere il reddito, 500 euro. Un brivido. Sono scesa al Conad e mi sono comprata il salmone. Ma mi sono vergognata tante volte quando dovevo pagare e tiravo fuori la carta gialla. Prima di entrare in negozio guardavo chi c’era se mi conoscevano non entravo.
Teresa D., Ferentino

Ho 54 anni. Quasi 20 anni fa mio marito se n’è andato di casa lasciandomi con due bambine, una di 7 anni e una di un anno. Mi sono sempre data da fare con qualche lavoretto precario. Dall’aprile 2019 percepisco il reddito di cittadinanza, inizialmente 485 euro in quanto ho casa ereditata da mio padre, poi 235 in quanto mia figlia ha lavorato in un call center percependo 400 euro al mese. Riesco almeno a fare la spesa acquistando qualche fetta di carne e ogni tanto un po’ di pesce mentre prima mi limitavo a prodotti sotto costo. Spero che il reddito di cittadinanza non venga soppresso altrimenti non saprei come tirare avanti.
Domizia T.

Sono vedova con figli. Mio marito ha perso il lavoro nel 2015 all’età di 57 anni e non ne ha mai trovato un altro perché “troppo vecchio”. Ha fatto persino volantinaggio per pochi euro. Abbiamo venduto quei pochi oggetti d’oro che erano dei miei figli. Poi l’anno scorso è morto di cancro. Grazie al reddito di cittadinanza siamo andati avanti con dignità. Chi lo vuole abolire non sa come si vive senza soldi. Facile parlare così per chi ha le tasche piene.
Paola N., Napoli

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