- 19:16 - Giustizia: Meloni, 'riforma arriverà nei prossimi giorni in Cdm'
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - "La riforma della giustizia serve a questa nazione, non perché ci smontano il decreto Cutro ma perché tutti siamo d'accordo che la giustizia non funziona in Italia: bisogna avere il coraggio di intervenire come su tutte questioni che rallentano investimenti e sviluppo. Per questo nei prossimi giorni arriverà in Consiglio dei ministri anche la riforma della giustizia, serve coraggio e noi interverremo". Lo ha ribadito la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un'intervista a Milano con Maurizio Belpietro per il 'Giorno de La Verità'.
- 19:14 - Europee: Meloni, 'obiettivo confermare consenso politiche'
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - Alle prossime elezioni europee "il mio obiettivo è confermare il consenso che avevo quando sono diventata premier. Per me sarebbe importante perché non credo che non moltissimi partiti di governo siano arrivati a un anno e mezzo di distanza con lo stesso consenso". Lo ha ribadito la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un'intervista a Milano con Maurizio Belpietro per il 'Giorno de La Verità'.
Eguagliare il risultato messo a segno alle politiche "lo considererei importante particolamente perché abbiamo dovuto fare scelte difficili e coraggiose. Vorrebbe dire che anche quando sei costretto a fare delle scelte difficili se sono scelte fatte con giustizia e buonsenso i cittadini capiscono le decisioni. Non sto al governo per me stessa, faccio questa vita solo se so che va bene per i cittadini italiani, lo faccio per loro non per vanità. Non mi appassiona questa vita".
- 19:13 - Lavoro, Sauerwald (Valore D): "Supportare persone su genitorialità condivisa"
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - “Una delle prime cose messe in luce dalle imprese è la necessità di supportare le persone a far proprio un modello di genitorialità condivisa partendo dall’ascolto delle persone. Per esempio, 17 aziende su 26 di quelle che abbiamo intervistato hanno già esteso la durata del congelo di paternità e 4 lo faranno entro la fine di quest'anno. Inoltre è aumentato il numero di chi ha ampliato il congelo di paternità al secondo genitore e chi l'ha raddoppiato da 10 a 20 giorni” e altre che l’hanno portato “fino a 70, 80, 90 giorni remunerando il congelo di paternità”. Lo ha detto Ulrike Sauerwald, responsabile del Centro Studi di Valore D, nel suo intervento, questa mattina a Milano, all’evento di presentazione dello studio ‘Donne, lavoro e sfide demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità’, di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding, realizzato in collaborazione con Valore D.
“Era sicuramente fondamentale raccogliere il punto di vista delle imprese per comprendere come gestiscono concretamente il tema dell'occupazione femminile - spiega Sauerwald - Nello studio abbiamo distinto tra imprese di grande dimensione, di carattere multinazionale e quasi 400 piccole e medie imprese, perché è questo un po’ la spina dorsale in Italia: il 55% dei lavoratori e lavoratrici è in piccole e medie imprese che, solitamente dispongono di risorse economiche, organizzative più limitate per affrontare con serenità l'assenza prolungata del lavoro dei propri collaboratori e collaboratrici”.
Sulla flessibilità di tempi e modi di lavorare, “lo smart working è un po' la cosa che funziona per i white collar, cioè per chi è in ufficio - illustra l’esperta - Ci hanno però raccontato anche di iniziative di semplice flessibilità in ingresso e in uscita, cambi di turno, autogestione dei turni o della banca di ore solidale in realtà come la grande distribuzione, cioè il supermercato, dove, banalmente, dietro il banco deve esserci qualcuno. Sul tema della gestione del rapporto prima, durante e dopo il periodo di genitorialità, di maternità o paternità - prosegue - nelle aziende sono state attivate tantissime iniziative formative per i manager, per orientarli nella gestione di queste risorse, per confrontarsi con i neogenitori, conoscerne le paure, le aspettative, le esigenze e anche per definire i tempi di modo di lavoro. Questo toglie veramente l'ansia del ‘come dico che sono incinta, come dico che vorrei avere un mese di più, come dico che voglio fare carriera e mio marito si occupa del figlio’. Quando i people manager, le persone responsabili di persone, sono formati e capaci di affrontare con serenità queste conversazioni, questo dà un grandissimo beneficio per la gestione di queste situazioni”.
Le aziende “offrono un supporto psicologico per i genitori, per i caregiver, a volte anche esteso ai figli - sottolinea Sauerwald - Questo è anche una prevenzione del burnout delle persone. A livello economico, le soluzioni offerte dalle aziende vanno dalla integrazione della retribuzione al congelo, al bonus nascita, contributi rimborsi per rette di asili anche sul territorio, borse di studio: sono variegate”. In questo c’è una contaminazione tra le varie realtà. “L'abbiamo visto con un'azienda francese che, dall'Italia, ha portato delle buone pratiche, eccellenti, veramente eccellenti, negli altri paesi. Sulla crescita sull'occupazione giovanile - osserva - le aziende possono offrire condizioni di lavoro a supporto di una vera equità e parità di genere. C'è ancora un gender pay gap anche nelle prime assunzioni per la generazione Z e anche c'è un gap tra contratti indeterminati o tutte le altre forme di contratti”.
A proposito delle iniziative “a sostegno della cura dei figli e della conciliazione, quindi la genitorialità condivisa - evidenzia l’esperta - si tratta di incentivare le persone a prenderlo e, soprattutto, avere dei role model che si raccontano, cioè vedere che davvero c'è un manager padre che dice ‘io mi prendo questo periodo che è stato concesso dall'azienda’ per la cura dei figli come ispirazione per gli altri”. Sul cambio culturale, Sauerwald inviata a “supportare i responsabili a sviluppare un mindset inclusivo, servono people manager capaci di ascoltare le persone e ascoltarli anche in un modo un po' diverso, ad esempio considerando di chiedere anche alle donne tra i 25 e i 45 anni se volevano trasferirsi”.
Infine, “generalmente vediamo che le multinazionali tendono a vedere la genitorialità come un valore e un'opportunità - conclude Sauerwald - Poi ascoltiamo le aziende come lo riescono ad attuare. Mentre per le Pmi, prevale ancora la maternità, la visione della maternità come un costo, un problema ma, se ci sono degli esempi, anche nella piccola e media impresa, le cose diventano fattibili”.
- 19:07 - Ucraina: Gb, 'non costringeremo mai Kiev ad accettare un cattivo trattato di pace'
Londra, 14 mag. (Adnkronos) - Il Regno Unito non forzerà né persuaderà l’Ucraina ad accettare un cattivo trattato di pace, soprattutto uno che comporti la perdita di territorio. Lo ha affermato il segretario alla Difesa britannico Grant Shapps in un’intervista a Times Radio, facendo seguito alla notizia del Sunday Times secondo cui il ministro degli Esteri David Cameron avrebbe personalmente presentato un piano di pace al presunto candidato repubblicano alle presidenziali Donald Trump. Il governo britannico ha sottolineato successivamente che la sua posizione nei confronti dell’Ucraina non era cambiata.
Shapps ha ribadito la dichiarazione del governo , dicendo: "Non ha alcun senso che la Gran Bretagna cerchi di persuadere, con la forza o in altro modo, l'Ucraina ad accettare di rinunciare ad una parte del suo territorio. Questa è una decisione che spetta interamente all'Ucraina".
- 19:05 - Lavoro, Riccò (Fondaz. Gi Group): "Tre leve per sostenere occupazione e fecondità"
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - “Gli studi ci dicono che per sostenere occupazione e fecondità occorre agire su tre macro-leve: garantire un’occupazione, sostenere la cura dei figli con la conciliazione e condivisione dei tempi di vita e di lavoro e cambiare a livello culturale”, favorendo la parità di genere. Così Rossella Riccò, responsabile Area studi e ricerche Fondazione Gi Group, illustrando, oggi, nel corso di un evento a Milano, i risultati dello studio ‘Donne, lavoro e sfide demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità’, di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding, realizzato in collaborazione con Valore D.
“Garantire occupazione - continua Riccò - significa che a livello statale occorre lavorare e investire per creare un mercato del lavoro che sia innanzitutto regolare, uscire dal mercato nero, che già lo studio fatto l'anno scorso mostrava livelli spaventosamente alti. Fare un mercato del lavoro dinamico e aperto, flessibile nei tempi e nei modi, attento alle esigenze di conciliazione - che preveda smart working, part time reversibile - ma anche redditizio, in cui gli stipendi siano medio-alti per garantire alle persone di fare scelte di garanzia di sicurezza verso il futuro guardato con speranza e generare vita”.
Per sostenere la cura, “servono i servizi garantiti e distribuiti sul territorio, di qualità, a costi accessibili e diversificati, non solo asili nido - spiega l’esperta - In paesi come Germania e Svezia c'è tutto il tema delle ‘tagesmutter’, cioè di servizi privati che, in gruppi più piccoli si occupano dell'educazione dei bambini. Quindi, finanziare i servizi di cura in capo alle famiglie, dare economicamente un sostegno per coprire i costi connessi ai servizi di cura. L’utilizzo effettivo del congedo parenterale di dieci giorni è al 60-64%. Noi oggi abbiamo un mese pagato all'80% e il resto è il 30%. Con un pagamento al 30% visto che prenderei troppo poco, chi ha lo stipendio più basso tende a stare a casa e, statisticamente questo succede soprattutto per le donne”.
Il nostro Paese “vede un investimento in spesa pubblica per famiglie con bambini dell'1,2% rispetto al dato europeo di 2,4% e un 3,6% della Germania di 3,6% - illustra Riccò - Gli investimenti per le famiglie, nel nostro paese è pari al 15% mentre ci sono paesi come la Spagna e la Svezia che hanno un valore superiore al 50% della spesa diretta ai servizi e la Germania ha il 49%”. Come è noto “le soluzioni che portano maggiori effetti nel lungo periodo su fecondità e occupazioni, sia sulla partecipazione al lavoro che sulla fecondità, sono gli investimenti fatti in servizi, cioè nel dare alle donne e alle famiglie, o delle coppie italiane, la possibilità di scegliere se stare a casa e poter gestire in autonomia i figli o coinvolgere i nonni o poter avvalersi di un servizio che è educativo. In Italia abbiamo meno servizi e più costosi degli altri paesi”.
In Italia “la combinazione di congedi ben pagati, vuol dire pagati almeno al 65%, con la garanzia di posti nei nidi o nella prima infanzia, quindi che coprono il bambino da quando nasce a quando entra nella scuola obbligatoria, è la più bassa in assoluto - sottolinea l’esperta - Siamo l'unico Stato in Europa, oltre a Malta, Irlanda e Islanda, a non garantire il servizio educativo e sociale per i bambini nell'età 0-6 anni. Cosa fanno invece Germania e Svezia? La combinazione di congedi maternità e parentali ben pagati, la copertura e la garanzia dei servizi. Questo va a rendere pari al zero la necessità di scelta da parte delle famiglie, dall'età di zero anni all'ingresso nella scuola dell'obbligo. La Germania rende obbligatorio per i bambini l’entrata in una scuola dell'infanzia dai 3 anni ed è gratuito”.
Come terzo elemento, “serve l'investimento in un cambiamento culturale - afferma Riccò - con un percorso educativo che faccia proprio il tema della parità di genere, della condivisione dei carichi di cura, di lavoro, di domestico, fin dalle scuole, lavorare per favorire l'empowerment femminile, investire per la condivisione più paritaria fra uomo e donna, quindi sul congedo di paternità, su incentivi a quelle aziende che si impegnano, nel rendere possibile e sviluppare la parità. La certificazione di parità di genere è un intervento che va in questa direzione. Ovviamente questo non basta, non spetta solo allo Stato, tutti hanno un ruolo. Le aziende - conclude - possono sicuramente fare tanto, così come le singole persone nelle proprie scelte di equilibrio interno alla coppia”.
- 19:03 - Fabbrica Europa, le proposte di Confindustria a candidati europee del Nordest
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - Si è tenuto oggi, presso il Four Point by Sheraton di Padova, l’incontro degli imprenditori nordestini con i candidati al Parlamento Europeo della circoscrizione nord-orientale (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto). All’evento hanno partecipato circa 100 imprenditori e i rappresentati dei diversi schieramenti politici, tra cui: Alessandra Basso (Lega), Sergio Berlato (FdI), Lara Bisin (Azione), Silvia Bolla (FdI), Paolo Borchia (Lega), Gabriella Chiellino (Stati Uniti d’Europa), Elena Donazzan (FdI), Alessandra Moretti (PD), Carlo Pasqualetto (Azione), Sabrina Pignedoli (M5S), Federica Sabbati (Azione), Flavio Tosi (FI), Robert Watson (Stati Uniti d’Europa).
Obiettivo di questo appuntamento è stato quello di aprire un confronto diretto sulle proposte del position paper “Fabbrica Europa”, il documento di Confindustria che raccoglie il risultato di un capillare esercizio di consultazione tra gli imprenditori associati di tutti i settori e i territori italiani finalizzato a costruire una forte politica industriale europea, basata sulle tre sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) e supportata da un adeguato livello di investimenti.
"Il senso di 'Fabbrica Europa' e dell’incontro di oggi – ha dichiarato Enrico Carraro, Presidente Confindustria Veneto - è quello di non limitarsi a denunciare i freni e le strozzature che rallentano le imprese, ma indicare la strada da percorrere proponendo azioni concrete e principi che devono, a nostro giudizio, costituire la bussola alla quale guardare per prendere le future decisioni in Europa. Il prossimo Parlamento europeo sarà chiamato a prendere decisioni vitali che avranno impatto diretto anche per le aziende del nostro territorio: è importante che si riappropri del suo ruolo politico che a volte è stato limitato dalle Commissioni. Dobbiamo essere tutti consapevoli che senza industria non c’è Europa, per questo i dossier cruciali per il futuro non possono essere affrontati con una posizione solo ideologica o con scarsa conoscenza dei temi".
"L’industria europea – ha aggiunto Stefan Pan, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Europa - sta soffrendo di un gap di competitività sempre più grave, come dimostra il confronto con gli Stati Uniti: nel 2013 il Pil aggregato dei Paesi europei si avvicinava molto a quello americano, arrivando al 90% del Pil Usa. Dieci anni dopo, il Pil dell’UE è solo il 65% di quello statunitense e, nel 2023, è cresciuto solo dello 0,5% contro il 3,1% degli Stati Uniti. Per questo serve una politica industriale europea ambiziosa, che consenta alle imprese di restare al passo con il resto del mondo. In particolare, vanno sostenuti gli investimenti in tutte le tecnologie necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici, affinché la transizione ambientale diventi un’opportunità di sviluppo per tutti".
"Gli shock degli ultimi anni hanno avuto effetti significativi sulla competitività, la crescita di imprese e lo sviluppo dei territori – ha concluso Vito Grassi, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria - Per questo è necessaria un’Europa unita in grado di mettere in campo adeguate ed efficaci politiche proprio per la competitività. In tal senso, la Politica di coesione è uno strumento insostituibile e, insieme al PNRR, una delle principali fonti di investimenti dell’Ue. Coesione e PNRR, fermo restando i rispettivi obiettivi iniziali, dovranno essere implementati in maniera coordinata, valorizzati e convogliati su strumenti appropriati. Questo tema sarà centrale per il prossimo Parlamento Europeo perché le politiche di investimento Ue saranno fondamentali nei prossimi anni. Europa significa convergenza e sviluppo. Questo deve essere chiaro a Bruxelles, dove è necessario un chiaro indirizzo politico in tal senso”.
- 19:01 - Governo: Meloni, 'mai pensato a rimpasto, obiettivo è fare 5 anni con mia squadra'
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - "Non ho mai pensato a fare un rimpasto di governo. È una delle tantissime ricostruzioni un po' forzate che leggo spesso. Anzi, io tra gli obiettivi che mi sono data è arrivare a 5 anni con il governo che ho nominato, cosa che non è mai accaduta nella storia d'Italia. A maggior ragione non per fare il commissario europeo che è uno, e bisogna vedere che delega l'Italia riesce a spuntare". Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un'intervista a Milano con Maurizio Belpietro per il 'Giorno de La Verità'.