Almeno 8.000 migranti in due giorni, tra cui donne e bambini. A distanza di 48 ore, la crisi dei migranti di Ceuta, l’enclave spagnola in Marocco, non sembra destinata a concludersi, mettendo a rischio la vita di migliaia di persone. Questa mattina è stata diffusa una foto che ritrae un neonato salvato dalla Guardia Civil spagnola e che testimonia la drammaticità delle ultime ore.

Nella serata di ieri il governo marocchino ha fatto sapere di aver chiuso nuovamente i valichi di confine, dopo che Madrid aveva già respinto 4 mila delle persone giunte illegalmente sul territorio, e schierato l’esercito per per impedire a migranti di raggiungere la città. Il premier spagnolo Sanchez si è recato personalmente a Ceuta e Melilla, accolto tanto da fischi quanto da applausi. Il suo governo, dice, sarà “fermo” nella difesa dei confini nazionali e nelle attività volte a ristabilire l’ordine alla frontiera con il Marocco.

In realtà le tensioni non hanno colto di sorpresa Madrid. La scelta di Rabat di riaprire i valichi è legata alla decisione spagnola di consentire il ricovero in un ospedale iberico di Brahim Ghali, leader del Fronte Polisario, il movimento per l’indipendenza del Sahara Occidentale considerato nemico dal Marocco. Ufficialmente il governo Sanchez smentisce legami tra i fatti di Ceuta e il ricovero di Ghali, spiegando che “il Marocco è un Paese amico della Spagna e così dovrà essere anche in futuro”, ma l’ambasciatrice di Rabat a Madrid, Karima Benyaich, ha risposto piccata: “Ci sono atti che comportano delle conseguenze e bisogna accettarle”.

La ministra degli Esteri spagnola, Arancha Gonzalez Laya, ha detto che la Spagna non intende approfondire la crisi diplomatica ma ha assicurato che le autorità del paese saranno “ferme” nella difesa “della frontiera, la sicurezza e l’ordine. Ho insistito molto sulla necessità di guardare al futuro, e questo significa che non accadano fatti come quelli che abbiamo visto nelle ultime ore. Significa che le persone che sono entrate saranno riconsegnate ma anche che riprenderemo il lavoro sul quale stavamo insistendo per intrecciare una relazione più stretta”. Un lavoro, a suo giudizio, che non può coinvolgere unicamente Spagna e Marocco ma deve avere l’Unione Europea come protagonista. In tema di migrazioni, “il Marocco non si trova dall’altra parte solo con la Spagna, ma anche l’Ue”.

Intanto a prendere posizione è stata anche l’Europa. “L’Ue non si lascerà intimidire da nessuno” sul tema migranti, ha dichiarato Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea intervistato dalla radio spagnola. Secondo lui “anche quella è Europa. Quella frontiera è una frontiera europea e quello che succede lì non è un problema di Madrid, è un problema per tutti, perché siamo un’Unione”. “I nostri vicini, i Paesi di origine e di transito, devono sapere che la migrazione è una parte centrale delle nostre relazioni internazionali. È ora di avere un nuovo patto per le migrazioni e l’asilo: la proposta è del settembre 2020 e va approvata”, ha concluso.

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