Lo Scottish National Party vince di nuovo le elezioni, ma non arriva la sperata maggioranza assoluta nel Parlamento di Edimburgo che avrebbe dato agli indipendentisti scozzesi maggior forza nella richiesta di un nuovo referendum sulla secessione dalla Gran Bretagna, fino ad oggi negato dal primo ministro di Londra, Boris Johnson. Secondo i calcoli effettuati dalla Bbc, la formazione della first minister scozzese, Nicola Sturgeon, ha ottenuto 63 seggi come nel 2016: un numero di scranni sufficiente a garantirsi la guida del prossimo governo locale, ma appena sotto la fondamentale quota del 50% più uno fissata a 65. Ma la premier di Edimburgo rilancia: “Adesso niente giustifica un ‘no’ al referendum”.

Le proiezioni del media britannico, mentre lo spoglio si avvia alla conclusione e in attesa della proclamazione ufficiale, anticipano l’assegnazione della quota minoritaria di seggi destinata ad essere attribuita attraverso il voto alle liste con un sistema di compensazione rispetto ai risultati ormai completi e definitivi dei collegi maggioritari (nei quali lo Snp ha fatto quasi il pieno). In base a questa stima, il partito della Sturgeon resta così a due seggi dalla maggioranza assoluta, con gli stessi numeri di cinque anni fa e un seggio in meno del record assoluto (64) del 2010.

Seconda forza nel Parlamento di Edimburgo rimangono i conservatori Johnson con 31 seggi, come nel 2016, confermando lo storico sorpasso sui laburisti di Keir Starmer che perdono altri 2 seggi e si fermano a 22. Salgono di 3 e arrivano a 9 invece i Verdi scozzesi, che negli ultimi anni sono stati alleati degli indipendentisti e sono anche favorevoli a un secondo referendum sulla secessione, seppur con toni e condizioni leggermente diversi rispetto allo Snp. Mentre arretrano di uno e non superano quota 4 i Liberaldemocratici.

La first minister ha commentato il risultato del voto dicendo di ritenere che “non ci sono giustificazioni” che possano impedire un nuovo referendum per l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Sturgeon, citata dai media britannici, ha aggiunto che nel Parlamento scozzese c’è “senza alcun dubbio una maggioranza pro-indipendenza”: “Semplicemente, non c’è alcuna giustificazione democratica per Boris Johnson o per chiunque altro per tentare di bloccare il diritto del popolo scozzese di decidere il proprio avvenire – ha affermato – A qualsiasi politico a Westminster che voglia mettersi di traverso, dico due cose. Primo, non andate allo scontro con l’Snp, ma con i desideri democratici del popolo scozzese. Secondo, non ci riuscirete. Il solo che possa decidere il futuro della Scozia è il popolo scozzese e nessun politico di Westminster può o deve mettersi in mezzo”.

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