Il Primo maggio rappresenta “un’occasione che afferma la fiducia nel futuro, di chi vuole conquistare nuovi traguardi e non di chi assiste inerte. La repubblica non potrebbe vivere senza il lavoro e sarà il lavoro a portare fuori il Paese da questa emergenza”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso pronunciato in occasione della Festa del lavoro. Un concetto, quello del lavoro che ha salvato l’Italia durante la lotta al coronavirus, ripreso anche dal leader della Cgil, Maurizio Landini, per rilanciare il suo no allo sblocco dei licenziamenti: “Sono i lavoratori ad aver permesso di poter oggi ragionare sull’uscita dalla pandemia, non sarebbe stato possibile senza il lavoro, anche quello più umile. E con tutto quello che hanno fatto in questo anno, ora, se finisce la pandemia il regalo è che i lavoratori prima si sono fatti il mazzo e adesso possono essere licenziati? Non funziona così”, dice , parlando a Terni dalle acciaierie Ast.

“Se il lavoro cresce, cresce la coesione della nostra società“, ha detto il capo dello Stato nel suo discorso, che non ha trascurato nessun elemento della società (“abbiamo più costruttori di quanto non sappiamo”) e per il quale “si apre una finestra per dare sbocco a una stagione di crescita, per porre riparo a secolari arretratezze e a divari ancora presenti nella Repubblica”. Quindi l’ammonimento: “L’equità, l’evoluzione sociale si reggono sulla garanzia per tutti dell’accesso al lavoro”, ha detto ancora Mattarella ricordando “i caduti che hanno salvato tante vite umane e che accomuniamo nel ricordo delle numerose vittime di questa malattia”; i morti per la violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, l’impatto della crisi sull’occupazione femminile (“condizione essenziale per una vera ripartenza”); i migranti che “contribuiscono al benessere della nostra comunità” la violenza verso i quali “non è tollerabile”, così come “non si può consentire che vivano in condizioni non compatibili con la dignità delle persone”; chi è costretto, “magari da tempi ancor più lunghi, a impieghi precari e mal pagati”, chi vive in condizioni di povertà; ma anche le “incrostazioni” e le “rendite” che rischiano di togliere “energie allo sviluppo”.

Quanto alla pandemia, il capo dello Stato ha ringraziato i lavoratori della Sanità, le Forze dell’ordine, ma anche tutti i cittadini che dovranno “usare paziente sapienza per riconquistare la libertà dei comportamenti in piena sicurezza. Le incognite che comportino il rischio di ulteriori prezzi da pagare con la vita delle persone non sono ammissibili. È già troppo alto il sacrificio di vite umane che la pandemia ha provocato”. Mentre la battaglia per il lavoro è “una priorità che deve unire gli sforzi di tutti”, in linea con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in un contesto in cui l’Ue si è fatta “concreta espressione, questa volta, di quel modello sociale europeo spesso evocato”.

Dunque “non possiamo sprecare l’occasione e disattendere il dovere di compiere, tutti insieme, un salto in avanti”. Dal canto suo l’Europa dovrà “portare avanti e rendere sistemici gli strumenti delle decisioni emergenziali assunte sulla spinta della crisi sanitaria”.

“C’è ancora un numero inaccettabile di vittime sul lavoro. Di qui il nostro impegno affinché si adotti un Piano d’azione nazionale per rafforzare la lotta al lavoro sommerso e irregolare. Impegno che è stato assunto nelle riforme del Piano nazionale di ricostruzione e resilienza – ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, per il primo maggio al Quirinale -. Così come ci siamo impegnati a garantire le vaccinazioni sui luoghi di lavoro: con il Protocollo del 6 aprile abbiamo ottenuto un risultato importante, che potrà mettere in sicurezza milioni di lavoratrici e lavoratori”.

Intanto sul fronte sindacale, il leader Cgil Landini parlando a Terni a proposito dell’imminente scadenza del blocco dei licenziamenti esorta: “Vaccinare e non licenziare. Prima i lavoratori si sono fatti il mazzo e poi posso essere licenziati, giugno luglio e agosto devono essere i mesi per vaccinare”. E ancora: “Basta lavoro precario, il lavoro deve essere dignitoso e permettere di vivere dignitosamente e partecipare alla vita di questo Paese”, aggiunge Landini. Per il primo maggio sono tornate le bandiere in piazza, a Terni, dove Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato, alla presenza di Landini, una delle tre manifestazioni svolte a livello nazionale per la Festa dei lavoratori. In vista della convocazione da Mario Draghi sul Pnrr dice: “Andiamo lì e ci aspettiamo finalmente delle risposte e lo dico con chiarezza questi obiettivi noi vogliamo portare”, “pronti a mobilitarci“.

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