Capitoli

  1. Porte girevoli tra politica e affari, da Padoan e Minniti a Pistelli: chi è passato dall’incarico pubblico al privato nello stesso settore
  2. PIER CARLO PADOAN
  3. MARCO MINNITI
  4. LAPO PISTELLI
  5. CLAUDIO DE VINCENTI
  6. ANGELINO ALFANO
  7. MICHELE POMPEO META
  8. FRANCESCO RUTELLI
  9. FEDERICA GUIDI
  10. MARTA DASSÙ
  11. DOMENICO SINISCALCO
  12. VITTORIO GRILLI
  13. GIANFRANCO DELL'ALBA
  14. FRANCO BASSANINI
  15. MAURIZIO MARTINA
Politica

ANGELINO ALFANO - 6/15

Dall'ex ministro dell'Economia nominato in Unicredit all'ex capo del Viminale chiamato a guidare la fondazione di Leonardo che si occupa di Medio Oriente. E poi l'ex viceministro di Renzi diventato vicepresidente dell'Eni e il sottosegretario alla presidenza del consiglio indicato come presidente della società dei Benetton: ecco le storie di chi ha imboccato una porta girevole, trasformandosi da decisore pubblico a dipendente di una lobby privata. Tutto assolutamente legale visto che in Italia non esiste una legge che regola il fenomeno delle revolving doors. Ilfattoquotidiano.it presenta il dossier sulle porte girevoli della ong the Good Lobby. UN DOCUMENTO INEDITO, CHE I NOSTRI SOSTENITORI HANNO RICEVUTO IN ANTEPRIMA ESCLUSIVA

Nato ad Agrigento nel 1970, avvocato ed enfant prodige della politica. Cresciuto nella Dc, con Forza Italia viene eletto all’Assemblea regionale siciliana a 25 anni e alla Camera a 30. Ministro della giustizia con Silvio Berlusconi, dell’Interno con Enrico Letta e Matteo Renzi, degli Esteri con Paolo Gentiloni: ha lasciato la politica nel 2018, l’anno dopo ha accettato di diventare presidente del gruppo San Donato, la holding della famiglia Rotelli che domina la sanità privata in Lombardia. Più contestato l’altro lavoro cominciato da Alfano solo 30 giorni dopo aver concluso la sua esperienza di governo: consulente per il nuovo team dello studio legale Bonelli Erede specializzato in Public International Law & Economic Diplomacy con focus su Mediterraneo, Africa e Medio Oriente, con un occhio di riguardo all’Egitto. Paese dove nel 2017 Alfano aveva inviato un nuovo ambasciatore italiano, dopo averlo richiamato a Roma in seguito alla morte di Giulio Regeni. Una scelta che aveva scatenato le polemiche dei familiari del giovane ucciso nel 2016. Tra i primi a chiedere spiegazioni sul nuovo lavoro dell’ex ministro: “Chiedo che rapporti ha ora Alfano, che ora fa l’avvocato, col suo studio legale con l’Egitto”, ha ripetuto la madre di Regeni solo pochi mesi fa.