Capitoli

  1. Porte girevoli tra politica e affari, da Padoan e Minniti a Pistelli: chi è passato dall’incarico pubblico al privato nello stesso settore
  2. PIER CARLO PADOAN
  3. MARCO MINNITI
  4. LAPO PISTELLI
  5. CLAUDIO DE VINCENTI
  6. ANGELINO ALFANO
  7. MICHELE POMPEO META
  8. FRANCESCO RUTELLI
  9. FEDERICA GUIDI
  10. MARTA DASSÙ
  11. DOMENICO SINISCALCO
  12. VITTORIO GRILLI
  13. GIANFRANCO DELL'ALBA
  14. FRANCO BASSANINI
  15. MAURIZIO MARTINA
Politica

LAPO PISTELLI - 4/15

Dall'ex ministro dell'Economia nominato in Unicredit all'ex capo del Viminale chiamato a guidare la fondazione di Leonardo che si occupa di Medio Oriente. E poi l'ex viceministro di Renzi diventato vicepresidente dell'Eni e il sottosegretario alla presidenza del consiglio indicato come presidente della società dei Benetton: ecco le storie di chi ha imboccato una porta girevole, trasformandosi da decisore pubblico a dipendente di una lobby privata. Tutto assolutamente legale visto che in Italia non esiste una legge che regola il fenomeno delle revolving doors. Ilfattoquotidiano.it presenta il dossier sulle porte girevoli della ong the Good Lobby. UN DOCUMENTO INEDITO, CHE I NOSTRI SOSTENITORI HANNO RICEVUTO IN ANTEPRIMA ESCLUSIVA

Fiorentino, classe 1964, docente universitario, cresciuto nella Dc, poi nel Ppi, nella Margherita e infine nel Pd. Noto per essere il primo “rottamato” da Matteo Renzi, che lo ha battuto a sorpresa alle primarie per le comunali nel capoluogo fiorentino del 2009. Più volte deputato ed europarlamentare, nel 2013 Pistelli viene nominato viceministro degli Esteri nel governo di Enrico Letta, per poi essere confermato dallo stesso Renzi. Sono i mesi in cui l’allora giovane premier si fa sfuggire in diretta televisiva che “l’Eni è oggi un pezzo fondamentale della nostra politica energetica, della nostra politica estera, della nostra politica di intelligence. Cosa vuol dire intelligence? I servizi, i servizi segreti”. Passa un anno e Pistelli lascia la politica. Per andare dove? Ma ovviamente all’Eni, che nel giugno del 2015 lo nomina Vice President stakeholder relations business development support. Che cosa vuol dire? “Mi occuperò di promuovere il business internazionale e di tenere i rapporti con gli stakeholders, in Africa e in Medio Oriente, e dei progetti sulla sostenibilità”, raccontava in quei giorni il neo manager dell’azienda del cane a sei zampe. Qualcuno fa notare che i temi e i luoghi frequentati dal Pistelli manager sono più o meno gli stessi di cui si occupava il Pistelli politico, viceministro con delega al Medio Oriente e alla cooperazione. Sul caso viene chiamato a esprimersi l’Antitrust, che dà il suo via libera: anche secondo la legge Frattini del 2004 (che introduce specifiche incompatibilità per chi ha smesso di fare parte di un governo da meno di 12 mesi) Pistelli può imboccare la sua porta girevole perché la “competenza a amministrare e regolare i settori economici di riferimento di Eni Spa” riguardava “attribuzioni estranee” alle funzioni di viceministro degli Esteri. Del resto in quel momento il presidente dell’Antitrust era Giovanni Pitruzzella, che qualche tempo prima aveva rinosciuto durante un’audizione in Parlamento: “La legge italiana rinuncia a prevenire la situazione di conflitto di interessi e lo affronta solo quando sorge, in modo complesso e del tutto inefficace”. Che lavoro fa oggi Pistelli? Lavora sempre all’Eni, ma ha cambiato incarico: adesso è il director Public Affairs dell’azienda energetica. In pratica si occupa di tutte le attività relative al lobbying, che per un’azienda come l’Eni è ingrediente fondamentale di ogni affare.