Capitoli

  1. Porte girevoli tra politica e affari, da Padoan e Minniti a Pistelli: chi è passato dall’incarico pubblico al privato nello stesso settore
  2. PIER CARLO PADOAN
  3. MARCO MINNITI
  4. LAPO PISTELLI
  5. CLAUDIO DE VINCENTI
  6. ANGELINO ALFANO
  7. MICHELE POMPEO META
  8. FRANCESCO RUTELLI
  9. FEDERICA GUIDI
  10. MARTA DASSÙ
  11. DOMENICO SINISCALCO
  12. VITTORIO GRILLI
  13. GIANFRANCO DELL'ALBA
  14. FRANCO BASSANINI
  15. MAURIZIO MARTINA
Politica

MICHELE POMPEO META - 7/15

Dall'ex ministro dell'Economia nominato in Unicredit all'ex capo del Viminale chiamato a guidare la fondazione di Leonardo che si occupa di Medio Oriente. E poi l'ex viceministro di Renzi diventato vicepresidente dell'Eni e il sottosegretario alla presidenza del consiglio indicato come presidente della società dei Benetton: ecco le storie di chi ha imboccato una porta girevole, trasformandosi da decisore pubblico a dipendente di una lobby privata. Tutto assolutamente legale visto che in Italia non esiste una legge che regola il fenomeno delle revolving doors. Ilfattoquotidiano.it presenta il dossier sulle porte girevoli della ong the Good Lobby. UN DOCUMENTO INEDITO, CHE I NOSTRI SOSTENITORI HANNO RICEVUTO IN ANTEPRIMA ESCLUSIVA

Nato a Villa Santa Lucia, in provincia di Frosinone, l’8 maggio 1953. Dirigente dei Democratici di sinistra, poi del Pd, funzionario di partito. Entra in politica nel 1990 quando viene eletto al consiglio regionale del Lazio. Nel 1995 è assessore Regionale ai trasporti e lavori pubblici, poi fa il capogruppo dei Ds e il segretario regionale. Nel 2005 il grande salto in Parlamento, da subentrante: alla Camera rimane per quattro legislature, tre complete. Tra il 2013 e il 2018 è anche presidente della commissione Trasporti di Montecitorio. Alle ultime elezioni politiche non si ricandida. Quando Nicola Zingaretti diventa leader dei dem lo nomina capo della sua segreteria politica. Nel dicembre del 2020, da esperto di trasporti del Pd e dirigente di partito, passa a Trenitalia che lo nomina presidente al posto di Tiziano Onesti. Secondo il report di the Good Lobby si tratta di una nomina inopportura, visto che Meta è “iin possesso di informazioni potenzialmente in grado di distorcere il mercato in cui opera l’azienda pubblica dei trasporti”.