Una nuova carta dei principi e dei valori “per un’identità chiara”. Un nuovo statuto “che non rinneghi i punti di forza politica leggera”, ma che intervenga radicalmente sull’organizzazione per creare un Movimento “accogliente”, “aperto alla società civile” e (come sempre) “intransigente”. La rifondazione di Giuseppe Conte sarà radicale e partirà dalla struttura: ovvero l’architettura ideale e materiale di un progetto che dopo 10 anni cerca la svolta. “Non è un’operazione di restyling o marketing politico, ma un’opera coraggiosa di rigenerazione del Movimento, senza rinnegare il passato”. Il debutto dell’ex presidente del Consiglio da leader politico del Movimento 5 stelle è stato in diretta streaming, davanti all’assemblea dei portavoce 5 stelle (parlamentari, ma anche eurodeputati e consiglieri). Giacca e cravatta come quando parlava da capo del governo, sullo sfondo una libreria destinata a simboleggiare il suo esordio da leader politico: l’approccio è quello dei mesi passati e già così, per un gruppo tormentato e costretto nel limbo, è una rassicurazione. In un’ora di intervento Conte ha svelato i primi dettagli di quello che sarà un percorso lungo che prenderà forma nelle prossime settimane con “una serie di incontri per raccogliere suggerimenti”: “Voglio ascoltare le vostre proposte”, è stata la promessa. Collegato su Zoom anche il vero regista dell’operazione: Beppe Grillo. L’avvocato lo ha ringraziato tra i primi “per questa sfida complessa e affascinante”.

Per descrivere il nuovo Movimento, quello che lui chiama “neo Movimento”, Conte ha scelto alcune parole chiave: etica pubblica e onestà innanzitutto, valori che, ha detto, il M5s ha “riportato in auge nella politica italiana”; ma anche giustizia, lotta alla mafia e naturalmente impegno per la transizione ecologica. Due erano poi i temi più attesi: il tetto dei due mandati per i parlamentari e i rapporti con Davide Casaleggio. Se al primo argomento l’avvocato non ha fatto neanche un accenno, i riferimenti più o meno diretti al secondo sono stati tanti. “La democrazia digitale resterà un punto fermo”, ha detto l’ex premier e non era per niente scontato. “Le nostre scelte continueranno ad essere prese attraverso una piattaforma di voto. Ma questo deve accompagnarsi alla considerazione che la democrazia rappresentativa va rafforzata e che la democrazia digitale non è neutra“. E per questo “serve massima trasparenza e massima chiarezza” sul processo dei dati. Pochissimi leader M5s, finora, avevano osato tanto: nessun riferimento esplicito all’associazione Rousseau, ma un giudizio molto duro a prova del fatto che Conte intende andare fino in fondo per risolvere lo scontro con Casaleggio (e ha il supporto di Grillo). L’ulteriore dimostrazione? Il nuovo statuto, lo ha detto nella replica finale, “sarà votato su una piattaforma digitale“. Senza dire quale.

Una severità nell’atteggiamento che ha confermato parlando di quello che il nuovo M5s non dovrà diventare: un partito diviso in schieramenti. “Avremo regole rigorose”, ha garantito, “che contrasteranno la formazione di correnti interne che inevitabilmente finiscono per cristallizzare sfere d’influenze e posizioni di potere. Non abbiamo bisogno di associazioni varie“. Se poi qualcuno si aspettava un intervento sull’organo collegiale, quello già votato dalla base nei mesi scorsi, ha dovuto mettersi il cuore in pace: l’avvocato ha in mente una riorganizzazione totale, forum permanenti sui territori e “piazze di idee” aperte a tutti, ma non ci pensa neanche a farsi affiancare da una segreteria che “imbrogli” la sua leadership. E il Pd? Conte non si è spinto fino a lì e in un’ora di intervento non ne ha mai parlato: l’asse con i democratici certo non è in discussione, ma per il momento i 5 stelle devono pensare a rifondare se stessi e solo dopo, con uno scheletro forte, si occuperanno delle alleanze.

La carta dei principi e l’orizzonte delle 5 stelle “da allargare” – Per ristrutturare il Movimento, Conte, da giurista, sa che deve partire dalle leggi su cui ha poggiato fino ad ora. Ecco allora che il primo intervento sarà “una nuova carta dei principi e dei valori, in modo che chi vorrà aderire a questa nuova forza politica non abbia dubbi sulla sua identità”. Questo vorrà dire intervenire sulle fondamenta stesse del M5s: “Vi proporrò una rivisitazione delle Cinquestelle, quelle della Carta di Firenze del 2009. Che non sono da rinnegare: sono 5, ma questa costellazione deve allargare il proprio orizzonte“. Un orizzonte più largo quindi, ma che guarderà verso dove? Per il momento Conte ha dato solo alcune indicazioni: il M5s dovrà essere “accogliente” e “continuamente aperto all’esterno e alla società civile”, ma anche “intransigente” per “non allontanarci dai nostri principi”. Quindi “non vorrà dire rinnegare i valori del passato”. Dovrà poi essere “continuamente ossigenato da iniziative di cittadinanza attiva”. E, rivolgendosi ai portavoce: “Chiedo di lanciare il cuore avanti, di non cedere all’istinto di sopravvivenza, di non pensare di perdere la propria piccola sfera di influenza”. E soprattutto, ha detto, “dovremo liberarci di alcuni equivoci, ad esempio la regola una vale uno, che è fondamento della democrazia, ma quando si tratta di designare il rappresentante del popolo in posizione di rilievo pubblico occorrono innanzitutto persone oneste, ma anche con specifiche competenze e aggiungo capaci“. Un tasto dolente per il M5s: la selezione della classe dirigente non ha mai funzionato a dovere e nessuno finora è riuscito a intervenire in maniera davvero efficace.

La carta dei principi servirà ad accogliere nuove forze e nuove teste. Questi alcuni dei valori citati da Conte: “Il rispetto della persona; l’ecologia integrale; la giustizia sociale“, come “l’etica pubblica” e il “rafforzamento della democrazia diretta, la democrazia diretta digitale che resterà un punto fermo”. Rifondare, ha detto Conte, “deve essere un’opera che valorizzi l’esperienza fatta e che proietti il M5s in una forza capace di presentare un nuovo modello di sviluppo. Un modello di sviluppo che realizzi condizioni effettive di benessere equo e sostenibile, che coniughi la transizione energetica in atto per ridurre le tante diseguaglianze”. Conte ha chiesto di cambiare anche nella forma e nei modi: “In passato il Movimento ha fatto ricorso a a espressioni giudicate spesso aggressive, ma ogni fase ha la sua storia” e se nell’assalto al palazzo “non si poteva certo usare il fioretto” ora serve “un nuovo linguaggio”: “La politica non deve lasciarsi accecare dalla polemica, deve cercare profondità di pensiero e riconoscere anche la bontà delle idee altrui“. E, sempre a proposito di temi, Conte ha detto: ” “Riscriveremo insieme il diritto dei lavoratori il cui Statuto è fermo al 1970: ci servirà per affrontare le nuove trasformazioni del mondo del lavoro. Ma scriveremo anche la carta dei diritti degli imprenditori“.

Il nuovo statuto per una nuova organizzazione – Riscritta la carta dei principi, il secondo passaggio del progetto sarà la scrittura di “un nuovo statuto”. Ovvero “una proposta per dotare il Movimento di razionalità organizzativa, coinvolgendo le varie organizzazioni territoriali e della società civile in modo stabile”. E’ da sempre uno dei punti deboli del M5s: il Movimento è nato sui territori grazie agli ormai defunti Meetup e da troppo tempo ormai soffre di uno scollamento dalla base sempre più evidente. “Proporrò uno statuto”, ha detto Conte, “che non rinneghi i punti di forza di una organizzazione leggera” come quella del Movimento, “ma che allo stesso tempo definisca un chiaro assetto interno” con una chiara ripartizione dei ruoli: “Una struttura che ci aiuti a definire con chiarezza la linea politica”.

Quello delineato dall’avvocato è un cambio radicale di struttura, ma cercando di mantenere la forma di un Movimento: “Dobbiamo evitare la forma partito tradizionale, avremo regole rigorose che contrasteranno la formazione di correnti interne che inevitabilmente finiscono per cristallizzare sfere d’influenze e posizioni di potere”. Proprio la nascita di correnti è una delle cose che più preoccupa il nuovo leader: “Non abbiamo bisogno di associazioni varie, il nuovo impegno viviamolo interamente nel nuovo Movimento“. Un riferimento neanche troppo mascherato proprio all’associazione Rousseau, presieduta da Davide Casaleggio, che solo poche settimane fa ha presentato un suo manifesto autonomo dal titolo ControVento.

Conte nel suo progetto di radicale trasformazione interna ha previsto poi la nascita di vari organismi: un sistema ramificato e complesso che dovrà coprire tutte le lacune strutturali e con “un chiaro raccordo tra l’organizzazione centrale e le articolazioni territoriali, attraverso referenti regionali e territoriali”. Quindi, ha continuato, “oltre agli organi attuali avremo articolazioni interne con tantissime posizioni in cui ciascuno di voi, e i nuovi che arriveranno, potranno dare il loro contributo alla vita associativa”. Ci sarà “un dipartimento che si occuperà a tempo pieno di rapporti e di scambi con forze politiche e movimenti stranieri. E avremo un Centro di formazione permanente molto articolato al suo interno, dove ci sarà un settore che promuoverà scambi di idee con personalità scientifiche e culturali italiane e straniere”. Un altro settore del Centro, ha aggiunto Conte, “sarà dedicato a gruppi di lavoro permanenti che si occuperanno di tutte le tematiche in modo che la nostra azione politica sarà mossa da azioni meditate, senza nessuna improvvisazione”.

Poi “favoriremo dei Forum permanenti, delle ‘piazze delle idee’, per sollecitare iniziative di cittadinanza attiva, vale a dire le pratiche di ‘attivismo civico’ mirate a rendere effettivi i diritti esistenti o a promuovere il riconoscimento di nuovi diritti, favorendo l’inclusione sociale di tutti i cittadini. Non chiediamo tessere o iscrizioni: potranno partecipare singoli o associazioni anche senza iscriversi al neo-Movimento: ad essi garantiremo attenzione e disponibilità a far nostre le proposte anche legislative condivise all’esito del confronto”. Ci sarò poi “un altro settore del Centro formazione dedicato alle condivisione delle migliori pratiche dei nostri amministratori locali in modo che possano essere condivise e riprodotte. Godremo della costante presenza di personalità e consulenti scientifici di primario livello e su questo ho già avuto entusiastiche adesioni. Avremo poi una struttura organizzata sul piano territoriale. Abbracciare il dogma della democrazia digitale non significa non avere riferimenti territoriali”.

“Siate orgogliosi di quello che avete fatto” – L’esordio di Conte però, prima ancora di parlare delle rivoluzioni nei principi e nell’organizzazione, è stato dedicato ai risultati ottenuti dal Movimento al governo. Un preambolo di ringraziamento per mettere in chiaro che, se ha accettato quella che chiama “sfida”, è solo perché lui stesso crede nel progetto. “Il M5s ha scritto pagine importanti della storia politica italiana”, ha detto, “se vi guardate indietro potete essere orgogliosi. Alcune ingenuità non valgono ad oscurare le vostre battaglie per un’Italia più vivibile, verde, equa e solidale. Il M5s si è caratterizzato per esprimere una carica innovativa nel sistema politico italiano”, ha detto. “Tra i vostri meriti più grandi vi è quello di aver richiamato l’attenzione sull’etica pubblica, avete riportato in auge una tensione morale che ha costretto tutti i partiti a misurarsi con i concetti di onore e disciplina. Avete riportato in auge valori morali e onestà“.

Una svolta che Conte vede anche sul fronte europeo. “Non dimentico che avete contribuito a imprimere un’importante svolta del percorso europeo. Con i vostri voti avete permesso l’insediamento della commissione Von der Leyen, è anche per queste ragioni che oggi sono qui a confrontarmi con voi”. Il rapporto tra Conte e il M5s insomma, nasce da una base di fiducia costruita passo passo dall’inizio della legislatura: “Abbiamo convissuto fianco a fianco, abbiamo condiviso due esperienze di governo, abbiamo lavorato con costante collaborazione, abbiamo affrontato tantissime difficoltà e ci siamo fatti carico di carenze e manchevolezze strutturali. Abbiamo sempre cercato di rimanere concentrati. Abbiamo affrontato da ultimo, per oltre un anno, una gravissima emergenza. Abbiamo lavorato con grande impegno e responsabilità per proteggere la salute dei cittadini”. Da quel patrimonio di rapporti e convinzioni, parte la “rifondazione”.

Gli interventi: da Crimi che passa il testimone alla Raggi – L’assemblea, a suo modo storica per il M5s, è stata aperta dal capo politico Vito Crimi che ha simbolicamente lasciato il testimone all’ex premier dopo oltre un anno di reggenza: “Conte ha dimostrato con la forza della sobrietà la differenza tra chi ha a cuore l’interesse del Paese e chi ha a cuore l’interesse personale. Ha detto con chiarezza di non voler disperdere il patrimonio accumulato in questi anni e manifestato il desiderio di iniziare un percorso con il M5s di cui ha condiviso sempre i valori”. E mentre si avvia il percorso di rifondazione, proprio Crimi sarà al lavoro per cambiare un altro dei tasselli fondamentali per la struttura: la gestione dei fondi: “In questi giorni”, ha detto, “con il nuovo tesoriere e il Comitato di garanzia stiamo cercando di realizzare l’obiettivo di una organizzazione economica centralizzata. E’ una macchina complessa che non può essere lasciata a entità esterne”.

Dopo Conte hanno preso la parola i capigruppo Licheri e Crippa di Camera e Senato, la capadelegazione in Europa Beghin, la consigliera regionale Lombardi e la sindaca di Roma Virginia Raggi. A quel punto la diretta streaming si è interrotta e l’assemblea è continuata in privato. Da segnalare il messaggio di Luigi Di Maio, tra i primi che hanno voluto schierarsi in favore del nuovo leader: “Coraggio, impegno e visione”, ha scritto su Facebook rilanciando una foto di Conte. “Lavoriamo per il bene del Paese, per uscire da questa pandemia, pensando a sostenere imprese, lavoratori e famiglie. Dobbiamo rimanere concentrati su questo. Viva il MoVimento 5 Stelle!”. Il clima in generale è di attesa e ottimismo, anche se non basta di certo un discorso dell’ex premier per risolvere tutti i problemi (e scacciare i malumori). E anche in assemblea qualcuno ha azzardato la critica. “Rifondare non significa smantellare”, ha detto la consigliera regionale in Lazio Francesca De Vito, secondo quanto riferito dall’Adnkronos, lamentando l’accordo con i dem. Ma anche l’ex ministro Vincenzo Spadafora ha preso la parola per esprimere il suo disagio: “L’unità si costruisce, non si impone”. Entrambi (De Vito e Spadafora) non si può dire che abbiano molto seguito nel gruppo, ma sono piccole spie che non ci sono solo gli applausi: il gruppo, specie in Parlamento, è dilaniato da mesi di difficoltà e di offese ricevute (parola del senatore Licheri) per la decisione di supportare il governo Draghi. E anche di questo ora dovrà occuparsi Conte.

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