Oggi ricorre il centesimo anniversario di fondazione della storica casa motoristica di Mandello del Lario. I motori dei festeggiamenti sono stati già accesi ieri mattina davanti al cancello rosso della fabbrica storica in via Vittorio Emanuele Parodi, strada che prende il nome da uno dei fondatori della Guzzi, insieme al figlio Carlo e a Carlo Guzzi.

L’aquila, emblema inconfondibile, è di certo un elemento che ha contribuito a creare il mito di questo marchio, da sempre indissolubilmente legato alla storia d’Italia. Trae origine dalla comune militanza dei fondatori Carlo Guzzi e Giorgio Parodi nel Servizio Aereo della Regia Marina durante la Prima Guerra Mondiale. Proprio durante il conflitto i due amici, insieme al pilota Giorgio Ravelli decisero di dedicarsi, a guerra finita, alla costruzione di motociclette. Revelli però non potè coronare il suo sogno perché vittima di un incidente nel 1919. Guzzi e Parodi scelsero l’Aquila come simbolo anche per ricordare l’amico.

Quanta strada è stata percorsa da quel 15 marzo 1921 quando venne costituita la “Società Anonima Moto Guzzi”, avente per oggetto “La fabbricazione e la vendita di motociclette e ogni altra attività attinente o collegata all’industria metalmeccanica”. Da allora essere proprietari della moto dell’Aquila significa appartenere a una famiglia, condividere gli stessi valori: l’amore per la moto, i viaggi, i sogni. E soprattutto saper apprezzare oggetti realizzati con la stessa cura artigianale e quella filosofia costruttiva che da sempre li accompagna. Così come le linee, che ricalcano quelle del passato anche se rivisitate in chiave moderna.

Dal 2004, quando il brand è entrato nel Gruppo Piaggio, molto spazio hanno avuto la ricerca e la tecnologia: l’obiettivo è stato quello di dotare ogni moto di tutti quei supporti alla guida che incrementino la sicurezza di pilota e passeggero. Con in più servizi come la App MIA, che consente pianificazione del viaggio, il controllo e la lettura da remoto di tutti i parametri della moto: un esempio di quanta strada sia stata fatta anche in termini di connettività.

In cento anni Moto Guzzi ha firmato ben 14 titoli mondiali. È stata la moto dei record di velocità, simbolo di crescita di un Paese rivolto al futuro, è stata la moto delle Forze dell’Ordine, dell’Esercito e dei Corazzieri, il corpo di élite che scorta il Presidente della Repubblica Italiana. Una vocazione al servizio per la collettività che ha portato Moto Guzzi ad equipaggiare la Polizia californiana e, in tempi più recenti, quella di Berlino e di molte città d’Europa oltre alla guardia del re di Giordania.

Ma è stato, ed è, anche un oggetto prezioso per inseguire i sogni fino alle terre più lontane del mondo conosciuto: nel 1928, ad esempio, una GT “NORGE” fu la compagna fedele di Giuseppe Guzzi in un viaggio fino al circolo polare. E da allora Moto Guzzi continua ad accompagnare i viaggiatori ogni giorno, in una una tradizione mai interrotta.

Per quest’anno, e il futuro, ci sono grandi ambizioni. Su tutte, imporsi tra i protagonisti del mercato riavvicinando il marchio a un pubblico più giovane. La classica V7, appena rinata intorno al nuovissimo bicilindrico 850, e la classic enduro V85TT votata al viaggio e disegnata per la comodità e la facilità di guida, sono le best seller di un marchio che, ormai da qualche anno, sta vivendo una seconda gioventù. E che, Covid permettendo, potrà festeggiare le Giornate Mondiali Moto Guzzi dal 9 al 12 settembre, naturalmente a Mandello del Lario.

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