Un comune è in pre-dissesto finanziario, ma non avendo ufficio stampa e portavoce delega “l’informazione istituzionale” ad agenzie di stampa esterne, che controllano anche i maggiori quotidiani locali, pagandole con i soldi dei contribuenti. Succede ad Avola, in provincia di Siracusa, amministrata dal 2012 da Giovanni Luca Cannata, vicepresidente vicario di Anci Sicilia, con un passato in Forza Italia e oggi in Fratelli d’Italia. Le spese per la “comunicazione istituzionale” sono passate da 7800 del 2018, a 15mila del 2019 fino a 55mila euro dello scorso anno.

Il 21 novembre, il sindaco ha registrato il dominio Avola24.it con i suoi dati personali, ma il “blog web” che risulta “giornale di informazione istituzionale a cura del comune di Avola”, non essendo una testata giornalistica è stata affidata (con una delibera dello stesso giorno) all’Associazione Culturale Archia. Costo: 8950 euro l’anno. Non avrebbe potuto usare il sito del Comune? “Non l’ho registrato io, forse un mio collaboratore – precisa Cannata -. Il sito del Comune è raggiungibile da determinate persone, con Avola24 vogliamo arrivare a più cittadini, e tramite whatsapp creare la newsletter per inviare le delibere. Usiamo la massima trasparenza”. “Avola24 non è un sito di informazione istituzionale, ci sono notizie di cronaca, sport e cultura – spiega Francesco Di Parenti (Assostampa Sicilia) -, mi sembra una forzatura che la comunicazione di un Ente, che dovrebbe fondarsi sulla trasparenza verso il cittadino, passi attraverso un soggetto esterno”.

Informazione o propaganda? La normativa che disciplina le attività di comunicazione nelle pubbliche amministrazioni (Legge 150/2000), prevede che i comuni possono dotarsi di uffici stampa e portavoce, attingendo dal personale già in organico. Ma l’uso del condizionale permette di trovare alternative. Non avendo una figura interna, il comune di Avola “deve necessariamente – si legge nelle delibere – fare ricorso a risorse esterne”, affidando il “servizio di comunicazione istituzionale” ad agenzie terze, che a loro volta sono titolari dei principali quotidiani locali, pagando per i “comunicati stampa”, “gestione social”, “personalizzazione della rassegna stampa” e “i rapporti con tutti gli organi di informazione”. In questo modo all’Appress vanno 8540 euro lordi annui, alla Promo Italia Srl 5 mila euro, mentre all’Agenzia Media Uno 3660 mila euro. Tutti importi che non superando i limiti di legge (40 mila euro) possono essere concessi direttamente. Alla quale si sommano le delibere per sponsorizzazioni e pubblicità di eventi destinati ad altre testate o associazioni.

“È una polemica sterile – commenta Cannata -, l’ufficio stampa dell’Appress costa 7mila euro, invece di spendere 50 mila euro se fosse interno al Comune, quindi stiamo risparmiando. La Promo gestisce un servizio radio, per informare tutti i giorni i cittadini sull’emergenza Covid. Mentre l’Agenzia Media Uno cura la rassegna stampa. Acquistiamo dei servizi come previsto dalla legge, non la stiamo aggirando”. “L’informazione istituzione deve seguire i criteri previsti dalla legge, quindi uffici stampa, portavoce e ufficio relazione con il pubblico – replica Di Patenti -, temo che il sindaco faccia confusione tra l’informazione istituzionale e quella politica o di propaganda”.

Inchieste e gens politica. Da otto anni Avola è il fortino elettorale del sindaco Cannata, ad un passo dall’elezione al parlamento europeo nel 2019. Anche la sorella Rossana è in politica, eletta alla regione nel 2017 con Forza Italia e poi passata con Giorgia Meloni. Il sogno di Cannata sarebbe quello di uno scambio di scranni: lui a Palazzo dei Normanni, e lei ad Avola. Durante la sua gestione amministrativa, il Comune ha rischiato lo scioglimento per mafia, per i sospetti di possibili condizionamenti dei clan locali, poi escluso dall’intervento del Viminale che non ha recepito la relazione ispettiva della Prefettura di Siracusa. Cannata era stato anche accusato di falso ideologico, per le presunte pressioni fatte a funzionari del genio civile di Siracusa, nell’inchiesta “tutti a t’Avola” della Procura di Siracusa, che coinvolgeva altre 17 persone, sulla gestione degli appalti pubblici comunali. Ma il giudice ha deciso in seguito il “non luogo a procedere”. Le spese della comunicazione istituzionale, in tempo di pre-dissesto e pandemia, denunciate da alcuni consiglieri di opposizione, e riprese dal sito BlogSicilia, potrebbero attirare le mira della Corte dei Conti.

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