Quattordici rinviati a giudizio per il crac di due società del gruppo imprenditoriale Fusillo di Noci. Tra loro anche gli ex vertici della Banca Popolare di Bari. I reati ipotizzati sono bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Bari, Francesco Agnino, ha mandato a processo i quattro imprenditori Emanuele, Giacomo, Giovanni e Vito Fusillo, Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore generale della banca.

In aula con loro compariranno anche l’ex amministratore delegato dell’istituto di credito barese, Giorgio Papa, gli ex dirigenti della Popolare Nicola Loperfido e Benedetto Maggi e gli imprenditori Massimiliano Curci, Vincenzo Elio Giacovelli, Nicola Valerio Lamanna, Salvatore Leggiero e Girolamo Stabile.

Stando alle indagini della Guardia di Finanza, coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dal sostituto Lanfranco Marazia, l’istituto di credito barese sarebbe stato complice del fallimento delle società Fimco e Maiora del gruppo Fusillo, di fatto gestendo buona parte delle operazioni finanziarie che in un decennio hanno portato al fallimento. Gli imprenditori, con la complicità dei vertici della banca, avrebbero così dissipato i beni aziendali con cessioni di quote e immobili per almeno 93 milioni di euro fino al 2019 e accumulato debiti stimati in circa 430 milioni di euro. Il processo inizierà il prossimo 30 marzo.

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