Un ricercatore di sicurezza indipendente ha isolato il primo malware nativo dell’Apple Silicon M1, il nuovo processore proprietario del colosso di Cupertino, che sostituisce gli Intel a bordo di MacBook e Mac. L’ex ricercatore della NSA Patrick Wardle ha infatti scoperto l’esistenza di GoSearch22.app, una versione nativa M1 del virus Pirrit, un malware che sembra al momento essere finalizzato alla visualizzazione di annunci pubblicitari ma anche alla raccolta di dati dal browser dell’utente.
“Oggi abbiamo confermato che gli alcuni malintenzionati stanno effettivamente creando applicazioni multi-architettura, in modo che il loro codice possa essere eseguito nativamente su sistemi M1”, ha spiegato Wardle in un post sul proprio blog. “L’applicazione GoSearch22 può essere il primo esempio di codice compatibile M1 nativo”.

“La creazione di tali applicazioni è notevole per due motivi principali”, continua Wardle. “In primo luogo (e non sorprende), questo dimostra che il codice dannoso continua a evolversi in risposta diretta alle modifiche hardware e software che escono da Cupertino”.
Wardle ha anche spiegato che alcuni degli attuali sistemi antivirus in grado di individuare le versioni Intel del virus Pirrit, non sarebbero riusciti a identificare la variante per Apple Silicon M1. Apple ha ora revocato il certificato dello sviluppatore in modo che il malware non possa più essere eseguito. Il virus tuttavia è stato scoperto “in the wild”, ovvero non tramite ricerca di vulnerabilità in laboratorio, ma rintracciandolo sui computer reali degli utenti e questo appunto significa che è già utilizzato e in circolazione e non rappresenta solo una potenziale vulnerabilità.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez