Mentre tutta l’Italia aspetta di conoscere quali ulteriori restrizioni saranno decise dal governo in vista delle festività, nel tentativo di arginare la diffusione del coronavirus ed evitare una terza ondata a gennaio, il governo di San Marino ha deciso invece di allargare le maglie e permettere brindisi e cenoni di Capodanno. Lo ha anticipato il segretario alla Sanità, Roberto Ciavatta, alla trasmissione Viceversa di Rtv San Marino spiegando che l’esecutivo varerà un decreto con il quale prolungherà l’orario di apertura dei locali e dei ristoranti, che già non sono sottoposti al coprifuoco alle 22, per San Silvestro fino alle 1.

“Purtroppo non ci sono delle misure che scientificamente garantiscono una diminuzione dei contagi – ha dichiarato Ciavatta – Molto del dibattito attorno alle misure è usato appositamente per fare polemica, spesso e volentieri lo vediamo in Italia, di matrice politica. Noi abbiamo cercato di dare una continuità alle misure, tanto che in questa seconda ondata decreti e modifiche sono stati pochissimi. Ritengo che tentare le riaperture per Natale non sia stata per l’Italia una mossa azzeccata, noi siamo invece rimasti in linea con le nostre indicazioni. Oggi uscirà un decreto sull’ampliamento dell’orario di apertura per l’ultimo dell’anno, perché abbiamo ritenuto, insieme alla struttura sanitaria, che piuttosto che chiudere a mezzanotte e lasciare che gli avventori facessero il brindisi fuori dal locale, meglio è che restino all’interno” rispettando le misure di sicurezza.

La notizia arriva pochi giorni dopo la proposta dello stesso Ciavatta di far pagare le cure a tutti i cittadini del Titano che risulteranno positivi dopo aver rifiutato di sottoporsi al vaccino anti-Covid quando sarà disponibile. Il vaccino a San Marino “sarà gratuito e disponibile per la popolazione e qualora si decida di non sottoporsi, per scelta e non perché si fa parte di categorie escluse, come ad esempio gli allergici o per altri motivi sanitari, allora si dovranno pagare le cure per un eventuale contagio”, aveva spiegato.

Ma non è la prima volta che nella piccola Repubblica si scelgono politiche meno rigide rispetto a quelle del governo italiano, attirando così numerosi avventori dall’Emilia-Romagna e dalle Marche. Era già successo in estate, quando l’esecutivo di Roma aveva stabilito la chiusura delle discoteche e dei locali notturni, mentre nella Repubblica sanmarinese si continuava a poter andare agli aperitivi e ballare in pista a pochi chilometri dalla Riviera Romagnola.

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