Ci sono i 100mila euro per la sostituzione di un impianto di videosorveglianza a Pandino, in provincia di Cremona. I 40mila euro per i marciapiedi di Dorno nel Pavese. I due milioni per la realizzazione di alcune rotatorie vicino a Tribiano, a est di Milano. Sono alcuni esempi degli interventi che la giunta di Attilio Fontana ha deciso di finanziare con il Piano Lombardia, lanciato in piena emergenza Covid per risollevare le sorti economiche della regione più colpita dalla pandemia. Un nuovo “piano Marshall”, che secondo il governatore e la sua maggioranza di centrodestra è incentrato su temi come “innovazione, digitalizzazione, ricerca, sostenibilità, green economy, tutela del territorio, rigenerazione urbana”. Ma a scorrere l’elenco degli interventi per cui la giunta ha già previsto nel triennio 2020-2022 3,5 miliardi di euro, che questa settimana saliranno a 4 con l’approvazione del bilancio regionale al Pirellone, si notano soprattutto due cose. Gli interventi approvati, più che progetti di ampio respiro e con una valenza strutturale, sono in molti casi semplici lavori di manutenzione, magari già programmati da tempo. E la maggior parte dei fondi sono stati destinati a comuni governati dallo stesso colore politico che governa la Regione.

In provincia di Milano, per esempio, l’88% dei fondi è andato ad amministrazioni di centrodestra, nonostante il 60% dei comuni sia guidato dal centrosinistra. “Questo piano non è altro che un piano mancia. Gli inglesi la chiamano politica del pork-barrel”, dice il consigliere del Pd Pietro Bussolati in riferimento a una modalità di distribuzione della spesa pubblica su progetti finalizzati a fare arrivare denaro nel territorio del collegio di un eletto che ne ricaverà consenso elettorale. “Non c’è nessuna visione nella gestione dei soldi della Regione, solo distribuzione agli amministratori degli amici”.

Così a Tribiano, oltre ai due milioni per le rototorie fuori dall’abitato, ne verranno destinati altri due per interventi su due ponti, una pista ciclabile e la nuova caserma dei carabinieri. E chi viene da Tribiano? Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Franco Lucente, che in passato ne è stato sindaco per due mandati. Una logica simile porterà due milioni di euro per un polo sportivo e per la rigenerazione del centro storico a Vezza d’Oglio, comune di nemmeno 1.500 abitanti nel bresciano, da dove viene niente meno che l’assessore regionale al Bilancio Davide Caparini. E 6,35 milioni andranno al comune dell’assessora ai trasporti Claudia Maria Terzi: si tratta di Dalmine, in provincia di Bergamo, che avrà così una nuova sede della polizia locale, la ristrutturazione di una caserma e un’opera di viabilità.

Il metodo seguito per distribuire i fondi la dice tutta. Il piano è frutto di una legge regionale che a maggio ha autorizzato la Regione a prendere a debito i fondi necessari. A parte 400 milioni dati subito ai comuni ripartendoli in base alla popolazione per opere già previste e cantierabili in tempi brevi, il resto è stato destinato con una successiva delibera di giunta che ha in gran parte fatto suoi i “suggerimenti” arrivati dal consiglio regionale, che a luglio ha approvato decine e decine di ordini del giorno sugli interventi da finanziare. Senza dunque fare nessuna reale istruttoria o un bando per selezionare i migliori progetti tra quelli proposti dai vari comuni. “È come se ogni consigliere della maggioranza avesse avuto a disposizione un gettone da mettere sull’intervento che più gli interessava”, accusa Bussolati, che con il Pd propone che i fondi ancora da destinare, tra cui i 500 milioni con cui il piano Lombardia è stato di recente integrato, abbiano gli stessi obiettivi del Recovery fund, tra cui digitalizzazione, transizione ecologica, ricerca e salute.

@gigi_gno

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