Si preannunciava un incontro ad alta tensione e così è stato. Non si placa la polemica tra Governo e sindacati anche dopo l’ultimo meeting tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i segretari generali di Cigil, Cisl e Uil sulla legge di bilancio, con quest’ultimi che hanno esordito lamentandosi del fatto che l’incontro è avvenuto solo dopo l’approvazione del testo in Consiglio dei Ministri. Ma elemento di frizione sono stati anche i metodi di svolgimento della riunione, durata tre ore e alla quale hanno partecipato anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, i ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli: il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha fatto trasmettere in diretta Facebook il suo intervento con anche il premier Giuseppe Conte che è finito nella diretta social. “Scusi lei è in diretta sulla sua pagina Facebook?”, ha chiesto Conte. “Sì presidente, l’ho chiarito all’inizio”, è stata la risposta del sindacalista. “Non l’ho sentita, ma non abbiamo nulla da nascondere, l’importante è saperlo. D’ora in poi anche noi possiamo fare una diretta streaming. Ma quando l’ha detto?”. “Quando lei era assente – ha risposto il segretario – C’erano i suoi ministri”.

Un botta e risposta sul quale lo stesso Bombardieri è tornato nella mattinata di martedì: “Pensavo fosse un po’ più sportivo il presidente Conte. È una cosa singolare, dato che abbiamo un presidente che per mesi ogni settimana ci ha comunicato le scelte del Governo attraverso le conferenze stampa fatte in televisione. Abbiamo un gruppo di ministri che prima di parlare con noi ha comunicato su tutti i social cosa avessero deciso nella manovra”, ha detto a Radio Anch’io su Radio1.

Per quanto riguarda i contenuti della nuova legge di bilancio, i sindacati lamentano il mancato confronto con il Governo durante la stesura del testo: “Noi discutiamo di una manovra già approvata dal Governo e già illustrata dai suoi ministri sui social – ha dichiarato Bombardieri – Ci aspettavamo un confronto più rispettoso. Chiediamo un confronto al Governo, se le risposte sono quelle che registriamo oggi noi ne prendiamo atto”, ma “per una manovra così importante noi riteniamo di avere pari dignità”. In questo periodo difficile “serve più collaborazione ma non la si può chiedere solo a noi”.

A queste affermazioni il presidente del Consiglio ha risposto: “Io non ho mai parlato di concertazione. Ho incontrato decine di volte i sindacati, sono il presidente che li ha ascoltati più di tutti, ma non ho mai parlato di concertazione. La Uil in passato ha mai scritto una manovra con il Governo?“. Una risposta alla quale è poi seguita la proposta di “lavorare insieme per una riforma complessiva del Paese. Vi propongo di approfondire” la legge di bilancio e rivedersi “durante l’iter parlamentare. E incontriamoci anche sul Recovery Fund“.

La concertazione non è una parolaccia – ha ribattuto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan – Oggi dobbiamo decidere quale metodo vogliamo avere. L’accordo che abbiamo fatto nei giorni scorsi sulla cassa Covid e il blocco dei licenziamenti è stato un fatto positivo. Io spero che lei signor presidente voglia caratterizzare il suo Governo con un dialogo sociale costante”. E anche lei ha lamentato il mancato confronto tra le parti durante la stesura della legge di bilancio: “Spero di non dare una delusione al Governo, ma nella storia del sindacato non siamo sicuramente oggi all’apice del metodo di confronto. La storia del Paese è costellata da accordi importanti tra Governo e sindacati. Nei momenti drammatici e di emergenza del Paese i Governi hanno interagito sempre con i sindacati. Penso per esempio all’accordo storico con Ciampi nel 1993 sulla politica dei redditi quando noi abbiamo salvato l’Italia, come ci aveva riconosciuto il Premio Nobel Modigliani e successivamente anche con il Governo Prodi. Non ricordare questi momenti importanti significa fare un torto alla storia”, ha sottolineato Furlan.

Lo scontro tra le parti si è poi spostato sul tema dei contratti della pubblica amministrazione. Il premier Conte ha fatto intendere che in questo momento le categorie da proteggere maggiormente sono le Partite Iva che “hanno serie difficoltà” e devono essere considerate la priorità: “Siamo in un periodo in cui si proporranno nuove e diverse disuguaglianze – ha dichiarato – Un impiegato pubblico oggi, non muovendosi da casa, può esercitare la propria attività con risparmio di tempo e risorse, mentre molte altre categorie stanno soffrendo veramente. Ad esempio gli esercizi commerciali e le Partite Iva hanno serie difficoltà”.

Parole che però non hanno spostato i segretari generali dalle loro posizioni, con la minaccia dello sciopero ancora sul tavolo: “Lo Stato italiano deve dare il buon esempio come datore di lavoro. I 400 milioni nella legge di bilancio non bastano per rinnovare i contratti. È la seconda finanziaria di seguito dove non sono previste le risorse per i contratti. Siamo davvero stupiti dalle parole della ministra Dadone perché sono assolutamente fuori luogo”, ha continuato Furlan. Dadone finisce anche nel mirino di Bombardieri: “La ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone dice che non si piega alle intimidazioni. Non sappiamo se questa dichiarazione è fatta in base all’eventuale proclamazione dello sciopero ma la prego di spiegare alla ministra che l’esercizio dello sciopero non è una minaccia, è un diritto“.

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