Le forze di maggioranza sono compatte, stavolta c’è pure il governo e dunque una speranza per il “salva fragili”, l’emendamento che garantirebbe tutele ai lavoratori immunodepressi, con patologie e invalidità gravi, che dal 31 ottobre ad oggi si sono ritrovati esposti al rischio di licenziamento o senza stipendio per la mancata prorogata delle tutele introdotte a marzo dal “Cura Italia”, che equiparavano l’assenza dal lavoro al ricovero ospedaliero, dunque fuori dai 180 giorni di malattia che portano al licenziamento. Un precedente emendamento aveva ottenuto la proroga fino al 15 ottobre, data di fine emergenza che è stata poi spostata al 31 dicembre, ma senza rinnovare quella tutela. L’emendamento prevedeva la dead line del 15 ottobre, perché all’epoca lo stato di emergenza era stato prorogato fino a quella data e non si conosceva l’eventualità di procedere ad una ulteriore proroga. In ogni caso, consentiva la possibilità per i fragili di lavorare in smartworking dal 16 in poi, ove possibile e laddove la prestazione si potesse svolgere in modalità lavoro agile. Ma non per tutti è possibile, specie se le mansioni non posso essere svolte da casa, esattamente il problema che si è riproposto dal 15 ottobre in poi per migliaia di persone rimaste nell’incertezza.

Dopo vari tentativi andati a vuoto, lunedì sarà ripresentato l’emendamento proposto dalla senatrice del Movimento 5 Stelle e presidente della commissione Lavoro, Susy Matrisciano che estende la tutela fino al 31 gennaio, data attuale di fine emergenza, sul quale via via si è registrata una convergenza sempre più forte delle forze di maggioranza, tale (forse) da superare il problema delle coperture che finora lo ha azzoppato. “E’ all’attenzione del governo e del parlamento. Ci sono proposte per prorogare le misure già in atto nei decreti precedenti”, ha detto oggi a Rainews24 la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo. Così, gli occhi di migliaia di persone saranno fissi sulla giornata di lunedì, quando l’emendamento chiave di questa delicata partita inizierà il suo iter nelle commissione V e VI. Verrà definito allora l’ordine dei lavori, il voto sarà in settimana.

Per finanziare l’estensione delle tutele servono 337,1 milioni per il 2020 e 150 per il 2021. La Matrisciano, che era riuscita a far convergere le forze politiche e le commissioni competenti in materia di salute e lavoro, fino ad ottenere la prima proroga nel dl Agosto, non demorde. “Siamo partiti da una situazione di attenzione trasversale al problema, perché tutte le forze avevano presentato una proposta e siamo arrivati a convogliarle su questa, che non a caso riporta tra i firmatari esponenti di tutti i partiti di maggioranza. L’emendamento una prima volta è stato cassato nel decreto di Proroga Covid perché quelli che comportano coperture facilmente vengono fatti decadere a prescindere dal merito. Ma io avevo già dato disposizioni di ripresentarlo uguale al Ristori e sono fiduciosa che venga accolto. E’ un tema che mi sta a cuore e sono pronta a riproporlo ad ogni occasione utile, fino alla Legge di Bilancio se serve”. L’uscita di un ministro che in qualche misura vincola il governo, stavolta, fa ben sperare.

Articolo Precedente

Covid, Bonaccini: “Ho polmonite bilaterale. Tampone di controllo ancora positivo. Mi curo da casa”

next
Articolo Successivo

Come trattare i pazienti Covid a domicilio: ecco il vademecum dell’ospedale Sacco e della Fromceo lombarda

next