E’ la principale novità spuntata nella versione finale del decreto Agosto, approvata con la formula “salvo intese tecniche” dal consiglio dei ministri. Nella terza manovra per la ripresa post Covid, che vale 25 miliardi di euro portando a 100 miliardi il totale delle risorse messe in campo, c’è la cosiddetta fiscalità di vantaggio per il Sud. Nella forma di uno sconto del 30% sui contributi previdenziali concesso alle aziende del Mezzogiorno per i lavoratori dipendenti. Lo sgravio però è finanziato solo per il trimestre ottobre-dicembre. Per confermarlo anche negli anni successivi – in caso contrario l’intervento sarebbe evidentemente inefficace – il ministro del Sud Peppe Provenzano spera nel via libera della Ue a utilizzare le risorse del Recovery fund.

Sgravio del 30% sui contributi, esclusi quelli Inail – La misura riguarda i datori di lavori privati “la cui sede di lavoro sia situata in Regioni che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75 per cento della media EU27 o comunque compreso tra il 75 per cento e il 90 per cento, e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale“. Si tratta di Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, dove lavorano oggi circa 3 milioni di dipendenti privati. Lo sgravio sarà pari al 30 per cento dei contributi previdenziali, con esclusione dei premi e dei contributi Inail.

Taglio finanziato solo per tre mesi. Ma il piano prevede che duri fino al 2029 – “Il decreto finanzia la misura per il periodo ottobre-dicembre 2020, in attesa che questa venga estesa sul lungo periodo con prossimi interventi”, si legge nel comunicato del Consiglio dei ministri. Il piano di Provenzano prevede infatti che la decontribuzione prosegua per dieci anni, fino al 2029 compreso, con uno sgravio decrescente (20% dal 2026, 10% nell’ultimo biennio). Il punto è come finanziarla, visto che un trimestre di taglio del cuneo così congegnato costa più di 1 miliardo di euro e per un anno intero ci vogliono oltre 4 miliardi.
Il ministro punta ai fondi europei del Recovery fund e ai fondi di coesione del prossimo bilancio pluriennale: “E’ la Commissione Ue che ci pone come obiettivo colmare il divario territoriale. Noi poniamo questa misura come tassello di una strategia”, ha spiegato dopo il cdm, quantificando nel 10% la riduzione del costo del lavoro nel Mezzogiorno grazie al nuovo intervento. “Nel 2021 poniamo la decontribuzione con la precondizione dell’ok della Commissione Ue, siamo convinti di poterla portare a casa”.

Provenzano: “Evitiamo nuova voragine occupazionale e ripresa senza lavoro al Sud” – Intervistato da Repubblica, il ministro aggiunge: “Abbiamo parlato in tutti questi anni della presunta emergenza immigrazione, quando l’emergenza, anche in queste settimane, continua a essere l’emigrazione, la storia della mia generazione. Sento il dovere di lavorare perché il Sud sia un posto in cui è possibile tornare. Anzi, restare”. E ancora: “Dobbiamo evitare che si ripeta quel che è accaduto con la crisi precedente, una voragine occupazionale e una ripresa senza lavoro al Sud. La priorità restano gli investimenti: asili, connessioni veloci, ferrovie, scuole con il tempo pieno, ciclo integrato dei rifiuti. Ma davanti a una crisi eccezionale abbiamo bisogno di una misura eccezionale”. Una misura che “a parte l’effetto diretto di rilanciare la domanda di lavoro” dovrebbe averne “due indiretti molto importanti: favorire l’emersione del lavoro irregolare e provare ad attrarre investimenti, anche stranieri, in una fase storica in cui molte imprese stanno scegliendo di far tornare in patria le produzioni”.

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