Chi l’ha detto che le berline compatte hanno perso appeal? Prendiamo la nuova Seat Leon: la due volumi spagnola è stata riprogettata da cima a fondo per il 2020 e vuole dire la sua in un segmento che rimane ancora un colonna del mercato. Non solo: la volontà è quella di attrarre un pubblico giovane, incluso quello dei millennial, e strapparlo al canto delle sirene degli sport utility compatti. Senza contare che c’è una tradizione da difendere: quella della stessa Leon, venduta in oltre 574 mila esemplari nell’arco delle tre generazioni precedenti.

Anche se parla spagnolo, nelle vene della Leon scorre sangue tedesco, quello della cugina Golf da cui l’iberica eredita gran parte della meccanica. Ma il vestito è su misura, disegnato nel centro stile di Martorell, a nord di Barcellona. La vettura ha un passo di 5 cm più lungo della best-seller VW, pari a 269 cm totali: così anche i più alti possono stare comodi sul divanetto posteriore, mentre al volante un interasse così generoso è sinonimo di maggior stabilità alle elevate velocità. La geometria delle sospensioni anteriori, poi, è stata calibrata ad hoc e assicura un feeling di sterzo più vivo e una pregevole connessione tra guidatore e asfalto. Sì, la Leon si guida assai bene, altrettanto e forse meglio della sua cugina di Wolfsburg.

Il telaio, del 10% più rigido rispetto alla versione precedente, ha permesso un ottimo connubio tra guidabilità e confort di marcia, con sospensioni che riescono ad assorbire bene le sconnessioni dell’asfalto, garantendo al tempo stesso una dinamica di marcia reattiva. Le varie modalità di guida disponibili permettono di modificare la risposta dello sterzo, dell’acceleratore e del cambio (nel caso si sia optato per la trasmissione automatica DSG a doppia frizione): ne risulta un’auto con due anime, appagante nelle modalità di marcia più sportive e assai parsimoniosa in quella “Eco”, che garantisce consumi assai contenuti.

La motorizzazione Mild Hybrid, oggetto della nostra prova, vanta un interessante funzione di “veleggio”: l’auto è in grado di mantenere la velocità anche quando si rilascia il gas, col propulsore termico che viene spento (o disaccoppiato dalla trasmissione) e la spinta elettrica del motogeneratore dedicato che aiuta nelle ripartenze.

Gli interni, completamente ridisegnati, includono tutte le ultime tecnologie in ambito di connettività e intrattenimento: un ampio display personalizzabile sostituisce la classica strumentazione analogica, mentre il touchscreen a centro plancia è dedicato all’infotainment. Quest’ultimo, reattivo e intuitivo nel funzionamento, include Apple CarPlay ed Android Auto oltre al sistema “Hola Hola” per il riconoscimento vocale, lo stesso che permette di accedere agevolmente a molte funzioni di bordo.

Le finiture sono di buon livello dove l’occhio cade di più, ovvero nella parte alta del cruscotto, mentre è presente qualche fisiologica economia nelle porzioni più basse dell’abitacolo. Nulla di preoccupante, comunque. La sensazione, comunque, è di trovarsi a bordo di una vettura ben fatta. Tanto che viene spontaneo confrontarla coi prodotti offerti dai marchi premium tedeschi. La silenziosità di marcia è ottima e non si avvertono scricchiolii o scuotimenti. Insomma, la sostanza c’è tutta. Infine, la vettura è sempre connessa alla rete, il che consente di tenere sott’occhio diversi parametri da remoto o, addirittura, aprire le portiere a distanza, tramite App.

Il led di colore personalizzabile che avvolge la plancia integra pure sistemi di sicurezza come il Side Assist e l’Exit Warning, che assistono il driver nel cambio di corsia o nell’uscita dalla vettura in condizioni di scarsa visibilità. Cinque le motorizzazioni a listino, benzina e diesel, con potenze da 90 a 204 Cv, con prezzi a partire da 19.500 euro. E non mancano avanzate versioni elettrificate – come il turbodiesel 2 litri da 150 Cv mild hybrid o l’ibrido plug-in da 204 Cv – e la parsimoniosa edizione a metano da 130 Cv e autonomia di oltre 500 km.

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