È il quarto record giornaliero in una settimana per gli Stati Uniti, che martedì 30 giugno – scrive il New York Times – ha registrato il picco finora insuperato dei 48mila casi, con 8 Stati (Alaska, Arizona, California, Georgia, Idaho, Oklahoma, South Carolina e Texas) che a loro volta hanno registrato il livello più alto di infezioni in 24 ore. Una situazione sempre più preoccupante che ha spinto le autorità sanitarie a chiedere agli americani di “stare a casa” per l’Independence Day del 4 luglio: “Evitate gite, feste, assembramenti per i tradizionali fuochi d’artificio”, hanno raccomandato.

L’amministrazione americana, intanto, fa scorta dell’antivirale remdesivir, studiato inizialmente contro Ebola: il governo si è assicurato quasi l’intera produzione trimestrale del farmaco, realizzato dalla società statunitense Gilead Sciences, e che in Europa ha già ricevuto il via libera dall’Agenzia del farmaco per pazienti con più di 12 anni in stadio avanzato di Covid-19. Tradotto in cifre, Trump ha firmato un accordo “straordinario” con la Gilead per assicurarsi 500mila dosi: si tratta dell’intera produzione del colosso per il mese di luglio, del 90% della produzione di agosto e del 90% di quella di settembre. Un ciclo di trattamento con questo farmaco richiede in media 6,25 fiale.

La curva crescente dei contagi negli Stati Uniti ha determinato anche la decisione dell’Europa di non aprire – per ora – agli arrivi dagli Usa, esclusivamente per ragioni di sicurezza sanitaria. Uno schiaffo che brucia per Donald Trump, già assediato su mille fronti, da quello economico a quello politico, con Biden dato in vantaggio a due cifre sul presidente e un ultimo sondaggio che lo dà in caduta libera. Secondo l’ultima rilevazione di Politico e Morning Consult la sua popolarità è crollata al 39% dal 41% di inizio giugno, col 59% degli intervistati che disapprova la sua azione politica, soprattutto sul fronte della gestione della pandemia.

Le previsioni sul domani, poi, sono pessime, col virologo della Casa Bianca, Anthony Fauci, che ipotizza uno scenario drammatico di 100mila casi al giorno. A fronte dell’inasprirsi del contagio, c’è anche chi alza i muri dentro il Paese per limitare i danni: New York, New Jersey e Connecticut hanno infatti raddoppiato il numero degli stati Usa i cui residenti dovranno sottoporsi alla quarantena obbligatoria una volta arrivati nella Grande Mela. Isolamento dunque per chi proviene da Alabama, Arkansas, Arizona, California, Florida, Georgia, Iowa, Idaho, Louisiana, Mississippi, North Carolina, Nevada, South Carolina, Tennessee, Texas e Utah.

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