“Ricordare significa riflettere, seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere“. Sono queste le parole più intense, in un breve e sobrio discorso, pronunciate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri sera poco prima della Messa da Requiem di Donizetti davanti al cimitero monumentale di Bergamo alla presenza dei 324 sindaci dei Comuni della provincia, in rappresentanza dei loro cittadini, per un omaggio a quei morti che non hanno potuto avere un funerale per l’emergenza coronavirus. “Fare memoria significa anzitutto ricordare i nostri morti e significa anche assumere piena consapevolezza di quel che è accaduto. Senza cedere alla tentazione illusoria di mettere tra parentesi questi mesi drammatici per riprendere come prima – ha continuato il Capo dello Stato – Significa allo stesso modo rammentare il valore di quanto di positivo si è manifestato. La straordinaria disponibilità e umanità di medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari, Forze dell’Ordine, volontari. Vanno ringraziati: oggi e in futuro”. Mattarella, accompagnato dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, poco prima dell’inizio del Requiem ha visitato il cimitero e ha deposto una corona sulla lapide, davanti alla Chiesa di Ognissanti, su cui è incisa una preghiera in forma di poesia di Ernesto Olivero, fondatore del Servizio missionario giovani.

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